Speed sister di Amber Fares sbalordisce con la vicenda di cinque donne pilote da corsa nei circuiti automobilistici della West Bank. Il primo team femminile di pilote da corsa di tutto il Medio Oriente.
In un paese dove la libertà di movimento è sistematicamente impedita, sgommare e sfrecciare in auto è un atto liberatorio, tanto più per delle giovani donne che con allegria e coraggio conquistano il loro spazio e rompono molti stereotipi (anche i vostri). Un documentario appassionante, scandito da musica pop araba, che ci da un quadro della società palestinese variegato e inaspettato.
Le ragazze appartengono a famiglie della media borghesia. Alcune lavorano in proprio, altre studiano. I genitori che le sostengono, spesso, attraverso di loro desiderano riscattare la propria giovinezza di stenti e rinunce. Anche i parenti più tradizionalisti cedono di fronte alla gratificazione collettiva che dona il loro successo.
Queste donne inventano altre forme di vivere la propria femminilità riuscendo a farsi accettare dal mondo maschile. Una di loro sposerà un pilota con cui condividere la stessa passione. Sembrano invincibili nelle loro vetture che sbandano e stridono sulle piste arrangiate di Ramallah, eppure anche queste coraggiose devono fare i conti con l'occupazione che metterà un freno alle loro corse.
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