fabius039
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domenica 12 ottobre 2014
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magistrale omaggio al cinema da un maestro
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Visto stanotte (grazie RAI 3) per la prima volta, edizione originale sottotitolata. Stupendo, sono rimasto per tutto il tempo affascinato ed incantato.
Film nel film, come nel migliore Truffaut, con un magistrale senso del tempo.
Qualcuno ha detto che non si capisce la trama: e questo cosa c'entra col cinema? Ragazzi, siamo al livello di chi dice che i quadri di Picasso sono "brutti" perchè non somiglianti!
Certo che non ci sono i dettagli, ma c'è l'anima nei due film concentrici. E come non godere degli omaggi al cinema, da quelli palesi, come le immagini dal "Settimo sigillo" ed altri film, a quelli più obliqui, come la frase del regista Mitch Haven, dopo che l'investigatore Bruno ha detto che non voleva che qualcuno si facesse male: "Allora non dovevi portare una pistola in scena"; dice "in scena" e non "in camera", perchè nel mondo del cinema tutti sanno che se si vede un'arma, questa DEVE sparare:
O quando il poliziotto vede il regista che lo riprende dalla finestra dopo la spsaratori, e gli grida: "Metti giù quell'arma".
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Visto stanotte (grazie RAI 3) per la prima volta, edizione originale sottotitolata. Stupendo, sono rimasto per tutto il tempo affascinato ed incantato.
Film nel film, come nel migliore Truffaut, con un magistrale senso del tempo.
Qualcuno ha detto che non si capisce la trama: e questo cosa c'entra col cinema? Ragazzi, siamo al livello di chi dice che i quadri di Picasso sono "brutti" perchè non somiglianti!
Certo che non ci sono i dettagli, ma c'è l'anima nei due film concentrici. E come non godere degli omaggi al cinema, da quelli palesi, come le immagini dal "Settimo sigillo" ed altri film, a quelli più obliqui, come la frase del regista Mitch Haven, dopo che l'investigatore Bruno ha detto che non voleva che qualcuno si facesse male: "Allora non dovevi portare una pistola in scena"; dice "in scena" e non "in camera", perchè nel mondo del cinema tutti sanno che se si vede un'arma, questa DEVE sparare:
O quando il poliziotto vede il regista che lo riprende dalla finestra dopo la spsaratori, e gli grida: "Metti giù quell'arma".
La cinepresa, anche se è una moderna fotocamera che riprende in HD e non una storica macchina a pellicola, è un'arma!
L'arma dell'intelligenza, che fa paura. Ma solo un maestro come Monte Hellman la sa usare.
Per inciso, la protagonista Shannyn Sossamon non si può definire bellissima secondo i canoni correnti, ma è magneticamente affascinante, stupenda, una moderna Greta Garbo.
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peer gynt
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martedì 27 ottobre 2015
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la vera storia del cinema
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Le ultime parole di questo film, dopo tutti i titoli di coda, recitano letteralmente : "This is a true story".
Infatti Hellman ci racconta la vera storia del cinema, storia di finzione, di commistione indefinibile fra realtà e sogno, tra fatti che succedono e fatti che sono stati solo scritti, ma per i quali la scrittura filmica è come una formula magica, che trasforma la vicenda in realtà, la morte di scena in morte reale.
Film sicuramente già fatto, se guardiamo alla tematica (dal classico "Effetto notte" di Truffaut per arrivare al recente e bellissimo "Sils Maria" di un altro francese, Olivier Assayas, e qui ci fermiamo), ma film nuovissimo per stile, per lo sguardo del regista, per la magnetica presenza dell'affascinante protagonista, che dà corpo (per bellezza e bravura) al misterioso personaggio di Velma Duran.
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Le ultime parole di questo film, dopo tutti i titoli di coda, recitano letteralmente : "This is a true story".
Infatti Hellman ci racconta la vera storia del cinema, storia di finzione, di commistione indefinibile fra realtà e sogno, tra fatti che succedono e fatti che sono stati solo scritti, ma per i quali la scrittura filmica è come una formula magica, che trasforma la vicenda in realtà, la morte di scena in morte reale.
Film sicuramente già fatto, se guardiamo alla tematica (dal classico "Effetto notte" di Truffaut per arrivare al recente e bellissimo "Sils Maria" di un altro francese, Olivier Assayas, e qui ci fermiamo), ma film nuovissimo per stile, per lo sguardo del regista, per la magnetica presenza dell'affascinante protagonista, che dà corpo (per bellezza e bravura) al misterioso personaggio di Velma Duran.
Una piacevole sorpresa da un vecchio regista che sa fare cinema e ci regala un'ultima inquadratura mozzafiato, con un lentissimo carrello sulla foto, appesa al muro di una prigione, di una 'dormiente' Velma Duran.
Da vedere.
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