mencio
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sabato 18 giugno 2016
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questi insopportabili giapponesi
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In nessun caso credo si possa parlare, a proposito di questo film, di intellettualismo o di freddezza. Questa pellicola pone invece un problema annoso per ogni prodotto del cinema giapponese, che è la difficoltà a comprendere, a condividere e, quindi, a giudicare. Per dirla in breve, i Giapponesi rimangono indifferenti a cose che ci commuovono e si commuovono, invece, per cose di cui a noi non importa un accidente. A nessuno verrebbe in mente di affrontare la lettura della Murasaki o di un qualsiasi autore del Kabuki o del No senza aver prima saggiato il terreno sotto la guida d'uno specialista del settore. Invece, per quanto riguarda il cinema,i critici cinematografici affrontano, con eguale disinvoltura, Visconti, Billy Wilder, Akira Kurosawa & c.
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In nessun caso credo si possa parlare, a proposito di questo film, di intellettualismo o di freddezza. Questa pellicola pone invece un problema annoso per ogni prodotto del cinema giapponese, che è la difficoltà a comprendere, a condividere e, quindi, a giudicare. Per dirla in breve, i Giapponesi rimangono indifferenti a cose che ci commuovono e si commuovono, invece, per cose di cui a noi non importa un accidente. A nessuno verrebbe in mente di affrontare la lettura della Murasaki o di un qualsiasi autore del Kabuki o del No senza aver prima saggiato il terreno sotto la guida d'uno specialista del settore. Invece, per quanto riguarda il cinema,i critici cinematografici affrontano, con eguale disinvoltura, Visconti, Billy Wilder, Akira Kurosawa & c.. E' comprensibile perché già siamo troppo invasi da esperti di economia, di psicologia, di politologia ecc. ed aggiungerci gli esperti di critica cinematografica giapponese sarebbe veramente troppo. Pure, ripeto, il problema esiste ed è più grave di quello che pone il giovane cinema cinese o quello sud americano ecc.. Si direbbe che tutto il resto del mondo dei cineasti cerchi di farsi capire, di dialogare, ma i Giapponesi no. Non pretendono di esser capiti, non sono chiusi in loro stessi, ma non pare facciano nessuno sforzo per adattarsi ad un pubblico internazionale e, quanto a noi occidentali, vorremmo forse ignorarli, ma non ci riusciamo perché fanno troppo spesso dei bei films.
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anton
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venerdì 4 maggio 2007
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fedele più che straordinario
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E' un film straordinario , la cui essenza però è godibile solo da chi sia sintonizzato su un universo valoriale affine . In realtà non è un film ma la perfetta trasmissione del mondo spirituale di Senno Rikyu. In questo senso dare il voto di 5 stelle equivale a dichiararne la assoluta fedeltà al pensiero del Maestro.
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max
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lunedì 15 gennaio 2007
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la lezione morale del film
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Il film è grande, a mio parere, perchè mostra come la dignità, l' onestà morale e la libertà di pensiero siano beni così importanti per l' uomo da indurlo al suicidio qualora, di questi beni, ne sia privato.
E' una importante lezione morale; certo che in tempi come questi, in cui è bravo chi è disonesto, vedi i vari faccendieri dal fallimento fraudolento facile, non credo che nessuno si suiciderà per questi valori....un vero peccato.
max
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alberto cinelli
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mercoledì 3 novembre 2004
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quanto casino per bere un tè
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La frase di lancio è il commento più frequente che ho sentito da parte di spettatori che evidentemente amano il cinema di evasione. Si possono anche considerare pure e semplici ridicolaggini i riti cui si assiste, ma occorre tener conto che tutto questo per i nipponici è una forma d'arte, come per noi occidentali può essere l'esecuzione di un brano musicale o di una danza o anche di un esercizio ginnico. A suo modo è un giallo. Perché il maestro si è ucciso? Che legame c'è fra la sua morte e quella di altri suoi discepoli? Domande che si pongono altri seguaci, che vogliono cercare di risolvere il mistero. Opera astratta, piuttosto fredda, non di facile lettura, ma se presa per il verso giusto è notevole ed interessante.
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La frase di lancio è il commento più frequente che ho sentito da parte di spettatori che evidentemente amano il cinema di evasione. Si possono anche considerare pure e semplici ridicolaggini i riti cui si assiste, ma occorre tener conto che tutto questo per i nipponici è una forma d'arte, come per noi occidentali può essere l'esecuzione di un brano musicale o di una danza o anche di un esercizio ginnico. A suo modo è un giallo. Perché il maestro si è ucciso? Che legame c'è fra la sua morte e quella di altri suoi discepoli? Domande che si pongono altri seguaci, che vogliono cercare di risolvere il mistero. Opera astratta, piuttosto fredda, non di facile lettura, ma se presa per il verso giusto è notevole ed interessante. Con un monito: cerchiamo di vivere nella semplicità.
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aurore
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martedì 27 aprile 2004
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ma siete buffi eh..
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Mi sarebbe piaciuto scrivere qualcosa di concreto.. ma non sono ancora riuscita a trovare questo film in videocassetta.. mah..
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(di alberto cinelli)
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