Giuseppe Marotta
Abbiamo uno strano inverno, qui nel Sud, un gennaio fratello carnale di marzo. Sole e pioggia si battono alla daga, al kriss, alla mazza, alla rete. Sì, proprio come reziari nel circo, si fronteggiano. Usciamo da un plumbeo rovescio d'acqua ed entriamo in una luce e in un tepore di lido in giugno; per qualche minuto splende e fuma il nostro vecchio impermeabile (che sollievo, che delizia, che mani di Brigitte Bardot sulla nuca!); poi tutto s'abbuia di nuovo, tornano i gelidi scrosci obliqui, e addio carezze dell'ineguagliabile "parigina", siamo in balìa di Folco Lulli. [...]
di Giuseppe Marotta, articolo completo (9024 caratteri spazi inclusi) su 1956