Il testimone [1]

Un uomo condannato a morte per la testimonianza di un anziano messo comunale e basata su un indizio labile (l'affidabilità di un orologio da tasca) viene finalmente scagionato e assolto. Un inquietante gioco del caso però sembra tramare oscuramente contro di lui, agitando i fantasmi della sua coscienza. Opera prima di un già talentuoso Germi in un dramma sociale un pò greve con forti ascendenze neorealiste. Si intravede un deciso interesse per la descrizione di un ambiente e di una classe sociale umili, di un contesto urbano (quello del dopoguerra) ancora segnato dalle difficoltà materiali e dai tentennamenti morali del popolo di vinti che lo abita. [+]

Un uomo condannato a morte per la testimonianza di un anziano messo comunale e basata su un indizio labile (l'affidabilità di un orologio da tasca) viene finalmente scagionato e assolto. Un inquietante gioco del caso però sembra tramare oscuramente contro di lui, agitando i fantasmi della sua coscienza. Opera prima di un già talentuoso Germi in un dramma sociale un pò greve con forti ascendenze neorealiste. Si intravede un deciso interesse per la descrizione di un ambiente e di una classe sociale umili, di un contesto urbano (quello del dopoguerra) ancora segnato dalle difficoltà materiali e dai tentennamenti morali del popolo di vinti che lo abita. E' la realtà difficile di una lenta urbanizzazione che muove verso un paesaggio di catapecchie diroccate, osterie male in arnese, i rudimentali segni di una viabilità che arranca verso la modernità. Con il trasformarsi del paesaggio urbano mutano anche i costumi, spostando il baricentro nelle relazioni tra i sessi, ove la convivenza è più dettata da esigenze economiche che da una vera emancipazione dei valori di una tradizione rurale. Questo tuttavia è solo il contesto, la cornice narrativa, uno sfondo scenografico entro cui collocare la triste parabola di una vicenda umana esemplare. L'interesse dell'autore (non senza qualche scadimento nella retorica e nel moralismo) è quella di una rappresentazione apologetica di una sconfitta,di un perverso gioco del caso che prima assolve e poi condanna la trasgressione di quei valori. Si rileva un uso un pò pedante di alcuni elementi simbolici (le suggestioni espressioniste dell'ombra proietttata dalle inferriate del carcere, il valore del tempo segnato dal fallibile meccanismo di un orologio da tasca, l'icona ammonitrice del ritratto funebre dell'anziano impiegato) che guidano il racconto verso un epilogo di melodrammatica scontatezza. Non giova al tema dostoevskijano una approssimativa caratterizzazione introspettiva dei personaggi più spesso colti in atteggiamenti di incomprensibile inespressività (lunghi silenzi che vorrebbero esprimere un sentimento che in realtà latita) e ove troppo spesso si delega ai soli contrappunti musicali una funzione descrittivo-emotiva non adeguatamente valorizzata dal lavoro registico. Opera acerba ma interessante sotto il profilo sociologico prima che artistico. Aiuto regia del grande Monicelli. 'Delitto e castigo all'italiana'. [-]