Dall'etimologia di Capolavoro: opera che inizia un nuovo filone artistico.
Per l'appunto quest'opera apre la stagione (marginale per il grande pubblico) dei film lesbici, fatti e girati da donne. Quale fosse invece il pubblico all'epoca non è dato saperlo. Certo è che nel 1932 vinse un premio alla mostra cinematografica di Venezia, per poi sparire inghiottito dalla nebbia nazista, fino al remake del 1958 con Romy Schneider, e nella libera ispirazione di Loving Annabelle.
A differenza della piece teatrale di Christa Winsloe (Oggi e domani), che all'epoca della stesura si era lasciata dal marito e viveva dichiaratamente da omosessuale nella repubblica di Weimar, Manuela nel film non si uccide, cosa che farà invece la sua parallela collegiale Paulie in un altro caposaldo della filmografia lesbica L'altra metà dell'amore (Lost and delirious).
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Dall'etimologia di Capolavoro: opera che inizia un nuovo filone artistico.
Per l'appunto quest'opera apre la stagione (marginale per il grande pubblico) dei film lesbici, fatti e girati da donne. Quale fosse invece il pubblico all'epoca non è dato saperlo. Certo è che nel 1932 vinse un premio alla mostra cinematografica di Venezia, per poi sparire inghiottito dalla nebbia nazista, fino al remake del 1958 con Romy Schneider, e nella libera ispirazione di Loving Annabelle.
A differenza della piece teatrale di Christa Winsloe (Oggi e domani), che all'epoca della stesura si era lasciata dal marito e viveva dichiaratamente da omosessuale nella repubblica di Weimar, Manuela nel film non si uccide, cosa che farà invece la sua parallela collegiale Paulie in un altro caposaldo della filmografia lesbica L'altra metà dell'amore (Lost and delirious).
Il film, sfuggendo a quella sorta di nemesi che pare colpire la maggior parte delle giovani omosessuali nella fiction (si pensi anche a Shirley MacLaine suicida dopo aver rivelato a Audrey Hepburn di essere innamorata di lei in the Children's Hour/Attente a quelle due 1961, la sopraddetta Paulie nel 2001, o la ballerina in The fine Art of Love/L'educazione fisica delle fanciulle 2005), non solo carica le atmosfere di un lesbismo quasi connaturato nel collegio che fa quasi da specchio e contrappunto alla durezza dei metodi collegiali, ma le musiche e le sfumature del film ricalcano qualunque altra scena d'amore dell'epoca del primo sonoro. La storia d'amore appare melodrammatica a tratti, eppure naturale nel contesto dove nessuno si stupisce della sottile passione che tutte le ragazzine nutrono per l'insegnante.
Importante, e forse sconvolgente per l'epoca, la strenua difesa che l'insegnante manifesta con la preside sostenendo che Manuela resta pur sempre un essere umano, e che l'amore ha molte forme. Mortificata dal tentato suicidio della giovane e incolpata dall'insegnante davanti a tutte le ragazze di essere lei (e non quindi l'insegnante seduttrice o la ragazza "deviata") la vera causa di una possibile tragedia, in quanto non in grado di accettare Manuela per quello che è, la vecchia preside si allontana sgomenta.
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