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Una lettura forse superficiale dei testi di Jung quella di Anthony Scott Burns che scrive e dirige un horror fantascientifico intitolando i capitoli in cui è suddiviso Come True, Persona, Anima e Animus. etc.. Ma al di là delle velleità psicanalitiche del filmmaker canadese che ha realizzato anche la colonna sonora del suo film e di una narrazione confusionaria che rischia di annoiare piuttosto che di intrigare lo spettatore, rimane l’ottima performance attoriale della giovane protagonista Julia Sarah Stone nel ruolo di Sarah ed alcune sequenze oniriche riuscite in cui si materializzano suggestivamente i fantasmi che popolano l’inconscio che per il junghiano Burns, ovviamente, è l’inconscio collettivo.
Spoiler…Peccato che nel finale a Burns manchi il coraggio, che ha avuto Lanthimos ne’ Il sacrificio del cervo sacro, basato su un analogo viaggio nell’inconscio di un adolescente, di lasciare alla libera interpretazione dello spettatore la soluzione del mistero che invece banalmente si risolve con la patologia della protagonista che sarebbe in coma da vent’anni. Quindi tutto ciò che si vede nel film, sebbene da diverse prospettive, è il frutto della residua attività cerebrale di Sarah, che non si può definire sogno ma nemmeno veglia, un non luogo in cui i personaggi reali non sono che proiezioni di sé stessa e le ombre nere con gli occhi luminosi sono i medici che si avvicinano al suo letto per curarla.
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