samanta
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domenica 19 gennaio 2020
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come è difficile fare il medico!
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Il film appartiene a quel filone cinematografico storico detto "peplum" che ebbe la sua fortuna negli anni '50 fino alla metà degli anni '60 (alcuni titoli: La Tunica, Quo vadis, Ben Hur, il calice d'argento, I Gladiatori,Cleopatra), film ottennero risultati altalenanti, talvolta l'insuccesso per la loro inconsistenza (Il calice d'argento) ovvero per il loro costo (Cleopatra) talvolta ebbero successo anche di critica (Quo Vadis) e in specie Ben Hur che si aggiudicò ben 11 Oscar. La regia è di una delle star della regia della Hollywood dei tempi d'oro: Michael Curtiz (La carica dei 600, Casablanca per cui ricevette l'Oscar, Il Romanzo di Mildred)
Sinuhe è ambientato nell'antico Egitto 13 secoli prima di Cristo, ed è pervaso da un afflato regisioso, svolgendosi sotto il regno di Akhenaton (Michael Wilding) un Faraone che volle sostituire le numerose divinità in un solo Dio Aton simboleggato dal disco del sole, tra i suoi successori ci sarà Tutankhamon, ma nel giro di pochi decenni i culti tradizionali ripresero il sopravvento.
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Il film appartiene a quel filone cinematografico storico detto "peplum" che ebbe la sua fortuna negli anni '50 fino alla metà degli anni '60 (alcuni titoli: La Tunica, Quo vadis, Ben Hur, il calice d'argento, I Gladiatori,Cleopatra), film ottennero risultati altalenanti, talvolta l'insuccesso per la loro inconsistenza (Il calice d'argento) ovvero per il loro costo (Cleopatra) talvolta ebbero successo anche di critica (Quo Vadis) e in specie Ben Hur che si aggiudicò ben 11 Oscar. La regia è di una delle star della regia della Hollywood dei tempi d'oro: Michael Curtiz (La carica dei 600, Casablanca per cui ricevette l'Oscar, Il Romanzo di Mildred)
Sinuhe è ambientato nell'antico Egitto 13 secoli prima di Cristo, ed è pervaso da un afflato regisioso, svolgendosi sotto il regno di Akhenaton (Michael Wilding) un Faraone che volle sostituire le numerose divinità in un solo Dio Aton simboleggato dal disco del sole, tra i suoi successori ci sarà Tutankhamon, ma nel giro di pochi decenni i culti tradizionali ripresero il sopravvento. Sinuhe (Edmund Purdon che ebbe una modesta carriera che si concluse in Italia) è un giovane figlio (adottato) di un medico che cura solo i poveri e viene mandato in una specie di Università per diventare medico, qui conosce e diventa amico di Horembeb (Victore Mature, (Sfida infernale) che lo difende da alcuni bulli e che sceglie invece la carriera militare, per caso salvano la vita al faraone che nomina uno medico di corte e l'altro ufficiale della guardia reale dove farà carriera fino a diventare capo dell'esercito. Sinuhe invece si arrichisce come medico coadiuvato dal suo assistente Kaptah (Peter Ustinov) e gode dell'amicizia della sorella del faraone Baketamon che ha scoperto che lui è il suo fratellastro, trova l'amore di una modesta fanciula Merit (Jean Simmons Spartacus) ma si rovina perchè cade nelle mani di una meretrice di lusso Nefer (Bella Darvi) che lo deruba di ogni suo avere. Horembeb nel frattempo di fronte allla congiura che si crea a seguito del malcontento popolare per le riforme religiose di Akhenaton aderisce alla rivolta e restaura la vecchia religione chiedendo a Sinuhe di avvelenare il Faraone il medico acconsente con il consenso indiretto del re che con la sua morte dignitosa lo converte. Horembeb visto il comportamento dell'amico e diventato Faraone sposando Baketamon lo esilia. Sinuhe parte e gira per il mondo dedicandosi a curare i poveri e gli ultimi.
Il film è permeato di un afflato religioso un pò superficiale, nel finale la voce narrante presagisce che 13 secoli dopo le idee del faraone saranno trionfanti con Cristo il che non è proprio così anche perché di quel movimento religioso si sa ben poco. L'ambientazione è molto accurata sia negli edifici che nei costumi, la trama è anche interessante ma il film appare un pò troppo verboso e in certi momenti lento, e la figura di Sinuhe non è molto approfondita, anche perché l'interpretazione di Purdom è poco significativa, l'attore di bell'aspetto, ha una recitazione modesta e non espressiva, in ogni caso psicologicamente non si capisce come possa incapriciarsi di una donna che palesemente gli dice che gli vuole sottrarre le sue ricchezze. Ottime le interpretazioni di Victor Mature, di Peter Ustinov, di Jean Simmons e di Gene Tierney, invece anche Michael Wilding non sembra in parte, il suo Faraone appare privo di personalità continuamente assorto in preghiera, mentre nella relatà doveva essere piuttosto deciso se voleva cambiare consuetudini millenarie, quanto a Bella Darvi è solo una presenza prestante voluta dal produttore. La musica di buon livello, è di Alfred Newman uno dei più grandi compositori americani autore di innumerevoli colonne sonore.
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nicola1
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sabato 27 aprile 2013
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la mia critica
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Potrei capire la critica dell'epoca (anni 50) dove tutti gli eroi erano senza macchia e tutti d'un pezzo. Ma credo che questo film sia da rivalutare in quanto, per quel epoca, ci presenta, forse per la prima volta, un protagonista che e' Uomo prima di essere Eroe. Sinuhe ha tutte le caratteristiche dell'umanità ("sono vissuto in tutti coloro che sono esistiti prima di me e vivro' in tutti quelli che verrano dopo di me") e ritengo questo un'eccezione in tutti i peplum dell'epoca. Probabilmente c'erano gli eroi al negativo ma poi alla fine si riscattano (Robert Taylor in “Quo Vadis”) Sinuhe no. Alla fine egli uccide il faraone sia perche crede che quell'atto mettera' fine alla guerra civile ma lo fa anche per un desiderio di vendetta per la morte di Merit.
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Potrei capire la critica dell'epoca (anni 50) dove tutti gli eroi erano senza macchia e tutti d'un pezzo. Ma credo che questo film sia da rivalutare in quanto, per quel epoca, ci presenta, forse per la prima volta, un protagonista che e' Uomo prima di essere Eroe. Sinuhe ha tutte le caratteristiche dell'umanità ("sono vissuto in tutti coloro che sono esistiti prima di me e vivro' in tutti quelli che verrano dopo di me") e ritengo questo un'eccezione in tutti i peplum dell'epoca. Probabilmente c'erano gli eroi al negativo ma poi alla fine si riscattano (Robert Taylor in “Quo Vadis”) Sinuhe no. Alla fine egli uccide il faraone sia perche crede che quell'atto mettera' fine alla guerra civile ma lo fa anche per un desiderio di vendetta per la morte di Merit. Altra eccezione, niente lieto fine. Burton e la Simmons moriranno alla fine de “La Tunica”, ma la cornice religoso–assolutrice del film ce li mostra sorridenti salire in paradiso. Sinuhe morira’ solo (come ha vissuto) nel deserto. Concordo anch'io con l'ottima narrazione, la ricostruzione storica, la scenografia e fotografia. Ottimi Mature, Simmons e la Darvi. Unica pecca la recitazione di Purdom davvero pessima. Immagino come sarebbe stato il Sinuhe interpretato da Marlon Brando.
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domenico maria
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domenica 2 ottobre 2016
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buona notizia
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E' da poco rieditato, sempre da Golem, come Edizione Speciale dvd, già disponibile nei negozi. Per la verità, la cosa nuova si concentra su audio e immagini, in quanto come extra e apparato storico è identico al precedente. Le immagini sono molto più nitide e precise e l'audio, pur soffiando un pochino, è anche lui ripulito bene...forse un filino asciutto.Ovviamente, con l'audio inglese siamo in un altro mondo, per potenza e pienezza di suono stereo; un HiFi di allora a 4 piste. Quindi un grande classico ancora più godibile. Golem sta rimasterizzando diversi bei titoli...attenzione. Per il resto uno dei miei preferiti nel genere, proprio perchè molto coraggioso nel rappresentare come protagonista un antieroe, pieno di negatività, ma che alla fine, proprio alla fine, trova la pace interiore.
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E' da poco rieditato, sempre da Golem, come Edizione Speciale dvd, già disponibile nei negozi. Per la verità, la cosa nuova si concentra su audio e immagini, in quanto come extra e apparato storico è identico al precedente. Le immagini sono molto più nitide e precise e l'audio, pur soffiando un pochino, è anche lui ripulito bene...forse un filino asciutto.Ovviamente, con l'audio inglese siamo in un altro mondo, per potenza e pienezza di suono stereo; un HiFi di allora a 4 piste. Quindi un grande classico ancora più godibile. Golem sta rimasterizzando diversi bei titoli...attenzione. Per il resto uno dei miei preferiti nel genere, proprio perchè molto coraggioso nel rappresentare come protagonista un antieroe, pieno di negatività, ma che alla fine, proprio alla fine, trova la pace interiore. Certo, immaginate nel '53 al posto di Purdom(comunque efficace in un ruolo molto amaro) Marlon Brando, che era stato quasi scritturato, e Marilyn, che martellava per avere la parte di Nefer! Ma il produttore aveva scapocciato per Bella Darvi, certo una donna di una sua bellezza, ma, sentita in originale, una recitazione mediocrissima, a essere gentili(sempre al di là del bel tipo).Pare che quando lei incontrò Brando per una prima lettura dei copioni(solo la lettura?!), Brando ne fosse(per la lettura e interpretazione)disgustato al punto da rifiutare la parte.Aveva appena dato una prova superba in costume antico in "Giulio Cesare"...che peccato!
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