clarainthesky
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martedì 15 novembre 2022
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carpentieri è dio
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Questo film vale anche solo per Carpentieri. Ruota tutto attorno a lui, una recitazione che è come lo sguardo del cinema in persona. E poi, con tutti i filmacci di due ore e mezza o tre che non vanno da nessuna parte, finalmente una storia breve, secca e ben raccontata che va subito al cuore: il regista si farà, parola mia.
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lorenzo pace
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lunedì 14 novembre 2022
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da non perdere assolutamente
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Ho amato questo film, in settimana lo andrò a vedere una seconda volta e lo sto consigliando a tutti. Santa Lucia mi ha travolto di emozioni con una storia di un'intensità emotiva smisurata trattata con una delicatezza unica, il tutto ambientato in una Napoli inedita, silenziosa e sospesa nel tempo. Marco Chiappetta è riuscito a fare della sua opera prima una perla. Con un inizio così non vedo l'ora di scoprire cosa ci riserverà in futuro il regista.
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mauridal
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giovedì 10 novembre 2022
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oltre la realtà visibile .
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Il regista giovane leva della nouvelle cinematografia napoletana, affronta la sua opera prima con le spalle coperte dagli interpreti, due attori come Renato Carpentieri e Andrea Renzi, di sicura garanzia, ma anche da una produzione di pregio come Teatri uniti . Quando si affronta un tema come il ritorno al passato vissuto nella memoria, allora la narrativa si apre a tante possibilità , qui in questo bel film ,ritroviamo un ritorno discronico ad una vita passata da parte del protagonista , Roberto , alias Renato Carpentieri , che ormai anziano cerca di tornare nella sua Napoli dopo una partenza da giovane di belle speranze per l’Argentina durata quarant’anni. Cerca di tornare dopo la morte della madre perché intanto, è diventato completamente cieco, quindi tecnicamente non vedente ma a suo dire più che vedente, con l‘immaginazione e la fantasia della mente e del ricordo.Dunque , il tema narrativo del ritorno ,doloroso, si arricchisce della cecità ,e quindi di una realtà virtuale di Roberto, diremmo oggi. Infatti se nel film vengono riprese con delle belle immagini , scorci e vedute della città di Napoli vere e vive, Roberto le rivede solo nella fantasia e nel ricordo da giovane, addirittura da bambino quando viveva a Napoli con la madre e il fratello maggiore Lorenzo, interpretato dall’ottimo Andrea Renzi. La discronia, consiste.nel flash back continuo dei pensieri di Roberto, che è il filo conduttore di tutto il film. Dunque il regista ci ripropone una sorta di “realtà aumentata” con le immagini sovrapposte tra il passato vissuto e i l presente solo ricordato, ma rivissuto nei lunghi incontri di Roberto ,parlando col fratello, passeggiando in città, in una realtà aumentata , diremmo artificiale che la fissità dello sguardo dietro gli occhiali neri di Roberto nasconde una verità che non riusciamo a intuire per tutto il film. Dunque una prova , per il giovane regista che ha usato tutto il bagaglio di linguaggio del Cinema che possiede, e che riesce efficacemente a comunicare. La storia a volte non regge il ritmo delle sequenze che incalzano e dopo una serie di apparizioni di donne e ragazze evocate dai ricordi , si arriva ad una svolta narrativa, Roberto ha un segreto, che gli impediva di tornare in Italia a Napoli, dopo lunghi anni in argentina dove intanto grazie alla sua intelligenza, cultura e sensibilità è riuscito a scrivere romanzi e a diventare scrittore epigono di Borges, con la stessa poetica del realismo magico. Finalmente la storia ci svela il segreto di Roberto , il fratello Lorenzo, morì in passato davanti a lui in un incidente d’auto , e proprio per la sua cecità non riuscì ad aiutarlo . Dunque ancora una morte che si porta dietro per anni oltre quella della madre . Dove la narrazione si svela come realtà magica e virtuale, è proprio quando il fratello Lorenzo che si presenta davanti a Roberto che arriva a Napoli da solo, perché , dice alla moglie partendo, dall’Argentina, non ha paura della casa sua, ebbene questa figura di fratello , che lo accompagna per tutto il racconto del film è un fantasma . Nella realtà magica e virtuale di Roberto , che pure con le mani gli tocca il volto , tastando come fanno i ciechi , diventa una persona viva e reale con cui va in giro per la città e addirittura mangia una pizza . Film onirico-metafisico, potremmo trovare tante etichette attribuendo generi diversi , ma lo spettatore alla fine del film , rimane a sua volta rapito e coinvolto in questa magica realtà della città di Napoli fatta di vivi e morti che convivono e di questi fantasmi , che ancora vi abitano. Belle le interpretazioni di Renato Carpentieri , e Andrea Renzi, accurata la fotografia del film (mauridal).
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mauridal
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giovedì 10 novembre 2022
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oltre la realtà visibile
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SANTA LUCIA un film di Marco Chiappetta. IT 2021
Il regista giovane leva della nouvelle cinematografia napoletana, affronta la sua opera prima con le spalle coperte dagli interpreti, due attori come Renato Carpentieri e Andrea Renzi, di sicura garanzia, ma anche da una produzione di pregio come Teatri uniti . Quando si affronta un tema come il ritorno al passato vissuto nella memoria, allora la narrativa si apre a tante possibilità , qui in questo bel film ,ritroviamo un ritorno discronico ad una vita passata da parte del protagonista , Roberto , alias Renato Carpentieri , che ormai anziano cerca di tornare nella sua Napoli dopo una partenza da giovane di belle speranze per l’Argentina durata quarant’anni. Cerca di tornare dopo la morte della madre perché intanto, è diventato completamente cieco, quindi tecnicamente non vedente ma a suo dire più che vedente, con l‘immaginazione e la fantasia della mente e del ricordo.Dunque , il tema narrativo del ritorno ,doloroso, si arricchisce della cecità ,e quindi di una realtà virtuale di Roberto, diremmo oggi. Infatti se nel film vengono riprese con delle belle immagini , scorci e vedute della città di Napoli vere e vive, Roberto le rivede solo nella fantasia e nel ricordo da giovane, addirittura da bambino quando viveva a Napoli con la madre e il fratello maggiore Lorenzo, interpretato dall’ottimo Andrea Renzi. La discronia, consiste.nel flash back continuo dei pensieri di Roberto, che è il filo conduttore di tutto il film. Dunque il regista ci ripropone una sorta di “realtà aumentata” con le immagini sovrapposte tra il passato vissuto e i l presente solo ricordato, ma rivissuto nei lunghi incontri di Roberto ,parlando col fratello, passeggiando in città, in una realtà aumentata , diremmo artificiale che la fissità dello sguardo dietro gli occhiali neri di Roberto nasconde una verità che non riusciamo a intuire per tutto il film. Dunque una prova , per il giovane regista che ha usato tutto il bagaglio di linguaggio del Cinema che possiede, e che riesce efficacemente a comunicare. La storia a volte non regge il ritmo delle sequenze che incalzano e dopo una serie di apparizioni di donne e ragazze evocate dai ricordi , si arriva ad una svolta narrativa, Roberto ha un segreto, che gli impediva di tornare in Italia a Napoli, dopo lunghi anni in argentina dove intanto grazie alla sua intelligenza, cultura e sensibilità è riuscito a scrivere romanzi e a diventare scrittore epigono di Borges, con la stessa poetica del realismo magico. Finalmente la storia ci svela il segreto di Roberto , il fratello Lorenzo, morì in passato davanti a lui in un incidente d’auto , e proprio per la sua cecità non riuscì ad aiutarlo . Dunque ancora una morte che si porta dietro per anni oltre quella della madre . Dove la narrazione si svela come realtà magica e virtuale, è proprio quando il fratello Lorenzo che si presenta davanti a Roberto che arriva a Napoli da solo, perché , dice alla moglie partendo, dall’Argentina, non ha paura della casa sua, ebbene questa figura di fratello , che lo accompagna per tutto il racconto del film è un fantasma . Nella realtà magica e virtuale di Roberto , che pure con le mani gli tocca il volto , tastando come fanno i ciechi , diventa una persona viva e reale con cui va in giro per la città e addirittura mangia una pizza . Film onirico-metafisico, potremmo trovare tante etichette attribuendo generi diversi , ma lo spettatore alla fine del film , rimane a sua volta rapito e coinvolto in questa magica realtà della città di Napoli fatta di vivi e morti che convivono e di questi fantasmi , che ancora vi abitano. Belle le interpretazioni di Renato Carpentieri , e Andrea Renzi, accurata la fotografia del film (mauridal).
SANTA LUCIA un film di Marco Chiappetta. IT 2021
Il regista giovane leva della nouvelle cinematografia napoletana, affronta la sua opera prima con le spalle coperte dagli interpreti, due attori come Renato Carpentieri e Andrea Renzi, di sicura garanzia, ma anche da una produzione di pregio come Teatri uniti . Quando si affronta un tema come il ritorno al passato vissuto nella memoria, allora la narrativa si apre a tante possibilità , qui in questo bel film ,ritroviamo un ritorno discronico ad una vita passata da parte del protagonista , Roberto , alias Renato Carpentieri , che ormai anziano cerca di tornare nella sua Napoli dopo una partenza da giovane di belle speranze per l’Argentina durata quarant’anni. Cerca di tornare dopo la morte della madre perché intanto, è diventato completamente cieco, quindi tecnicamente non vedente ma a suo dire più che vedente, con l‘immaginazione e la fantasia della mente e del ricordo.Dunque , il tema narrativo del ritorno ,doloroso, si arricchisce della cecità ,e quindi di una realtà virtuale di Roberto, diremmo oggi. Infatti se nel film vengono riprese con delle belle immagini , scorci e vedute della città di Napoli vere e vive, Roberto le rivede solo nella fantasia e nel ricordo da giovane, addirittura da bambino quando viveva a Napoli con la madre e il fratello maggiore Lorenzo, interpretato dall’ottimo Andrea Renzi. La discronia, consiste.nel flash back continuo dei pensieri di Roberto, che è il filo conduttore di tutto il film. Dunque il regista ci ripropone una sorta di “realtà aumentata” con le immagini sovrapposte tra il passato vissuto e i l presente solo ricordato, ma rivissuto nei lunghi incontri di Roberto ,parlando col fratello, passeggiando in città, in una realtà aumentata , diremmo artificiale che la fissità dello sguardo dietro gli occhiali neri di Roberto nasconde una verità che non riusciamo a intuire per tutto il film. Dunque una prova , per il giovane regista che ha usato tutto il bagaglio di linguaggio del Cinema che possiede, e che riesce efficacemente a comunicare. La storia a volte non regge il ritmo delle sequenze che incalzano e dopo una serie di apparizioni di donne e ragazze evocate dai ricordi , si arriva ad una svolta narrativa, Roberto ha un segreto, che gli impediva di tornare in Italia a Napoli, dopo lunghi anni in argentina dove intanto grazie alla sua intelligenza, cultura e sensibilità è riuscito a scrivere romanzi e a diventare scrittore epigono di Borges, con la stessa poetica del realismo magico. Finalmente la storia ci svela il segreto di Roberto , il fratello Lorenzo, morì in passato davanti a lui in un incidente d’auto , e proprio per la sua cecità non riuscì ad aiutarlo . Dunque ancora una morte che si porta dietro per anni oltre quella della madre . Dove la narrazione si svela come realtà magica e virtuale, è proprio quando il fratello Lorenzo che si presenta davanti a Roberto che arriva a Napoli da solo, perché , dice alla moglie partendo, dall’Argentina, non ha paura della casa sua, ebbene questa figura di fratello , che lo accompagna per tutto il racconto del film è un fantasma . Nella realtà magica e virtuale di Roberto , che pure con le mani gli tocca il volto , tastando come fanno i ciechi , diventa una persona viva e reale con cui va in giro per la città e addirittura mangia una pizza . Film onirico-metafisico, potremmo trovare tante etichette attribuendo generi diversi , ma lo spettatore alla fine del film , rimane a sua volta rapito e coinvolto in questa magica realtà della città di Napoli fatta di vivi e morti che convivono e di questi fantasmi , che ancora vi abitano. Belle le interpretazioni di Renato Carpentieri , e Andrea Renzi, accurata la fotografia del film (mauridal).
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enzo70
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mercoledì 9 novembre 2022
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un brillante esordio per raccontare l''altra napoli
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Un film di altissima qualità cinematografica racconta la storia di Roberto, un napoletano di Santa Lucia che è partito per Buenos Aires e non è tornato a Napoli per quaranta anni. La morte della madre è l’occasione per risentire i mille suoni e i mille odori della sua città, i colori li può solo ricordare perché, intanto, è diventato cieco. A Napoli Roberto, scrittore famoso, incontra il fratello Lorenzo con il quale condivide le riflessioni, i ricordi, i rimpianti e le speranze dell’infanzia. La storia non può essere raccontata perché il film va visto al cinema, vanno vissute tutte le emozioni di questo incontro, con al centro una Napoli inedita, bella e lenta al tempo stesso.
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Un film di altissima qualità cinematografica racconta la storia di Roberto, un napoletano di Santa Lucia che è partito per Buenos Aires e non è tornato a Napoli per quaranta anni. La morte della madre è l’occasione per risentire i mille suoni e i mille odori della sua città, i colori li può solo ricordare perché, intanto, è diventato cieco. A Napoli Roberto, scrittore famoso, incontra il fratello Lorenzo con il quale condivide le riflessioni, i ricordi, i rimpianti e le speranze dell’infanzia. La storia non può essere raccontata perché il film va visto al cinema, vanno vissute tutte le emozioni di questo incontro, con al centro una Napoli inedita, bella e lenta al tempo stesso. Veramente il cinema italiano sta vivendo un ottimo momento e un plauso all’esordiente Marco Chiappetta che ha avuto a disposizione due attori straordinari: Renato Carpentieri e Andrea Renzi. Unica nota negativa, come purtroppo è oramai regola, sala cinematografica pressoché deserta.
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andreap
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martedì 8 novembre 2022
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una napoli inedita per un''opera prima di qualità
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Già dal titolo, Santa Lucia sembra volerci rimandare con la mente a quella nostalgia per Napoli tanto cantata da chi emigrando sceglieva proprio quel quartiere come simbolo di una Napoli lontana a cui chiunque sia andato via anela a tornare. Chi si aspetta però la solita rappresentazione di una Napoli difficile e caotica ma sempre allegra rimarrà deluso. La Napoli di Chiappetta è una Napoli troppo personale per lasciar spazio alle tarantelle e a chiunque non abbia avuto una parte importante nella vita di Roberto (interpretato da un sublime Renato Carpentieri), emigrato in Argentina 40 anni prima e mai più tornato fino alla notizia della scomparsa della madre.
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Già dal titolo, Santa Lucia sembra volerci rimandare con la mente a quella nostalgia per Napoli tanto cantata da chi emigrando sceglieva proprio quel quartiere come simbolo di una Napoli lontana a cui chiunque sia andato via anela a tornare. Chi si aspetta però la solita rappresentazione di una Napoli difficile e caotica ma sempre allegra rimarrà deluso. La Napoli di Chiappetta è una Napoli troppo personale per lasciar spazio alle tarantelle e a chiunque non abbia avuto una parte importante nella vita di Roberto (interpretato da un sublime Renato Carpentieri), emigrato in Argentina 40 anni prima e mai più tornato fino alla notizia della scomparsa della madre. Roberto è ormai diventato cieco, ma la sua cecità funge più che altro da espediente per raccontare l'immagine residua di una città che per Roberto è ormai ferma da 40 anni allo stesso punto, un'immagine ancora vivida nella sua testa ma immodificabile. La stasi più grande riguarda però soprattutto i suoi rapporti personali, rapporti cristallizzati da 40 anni senza neanche una chiamata. Ad accompagnare Roberto in questo viaggio dantesco tra le emozioni del ritorno vi sarà un Virgilio d'eccezione, il fratello Lorenzo (interpretato da Andrea Renzi), e il ricordo della sua Beatrice, ovvero Carmen, la più bella di Santa Lucia, fidanzata dell'epoca a cui per 40 anni ha finto di non pensare. È proprio la forte chimica tra Renzi e Carpentieri il punto forte di quest'opera, i dialoghi tra i due fratelli occupano buona parte del film e sono resi credibili da 40 anni senza sentirsi e da un'intera vita di non detti. È proprio nei non detti che Santa Lucia racchiude il suo grande mistero, quel segreto che ha allontanato Roberto per 40 anni e di cui non ha mai parlato con nessuno.
Esordio alla regia per Marco Chiappetta, un 30enne cresciuto a pane e cinema, che già da subito mostra di non voler scendere a compromessi con l'industria del cinema di oggi e la logica del vendere a qualsiasi costo, arrivando a rendere così onore alla sua Arte preferita , senza oltretutto disdegnare neanche le altre Arti da lui amate come la letteratura e la musica, che dimostra di padroneggiare con una ricercata colonna sonora, che accompagna alla perfezione le immagini, e con citazioni colte, senza però scadere nel banale e nel citazionismo.
Un film che vi consiglio soprattutto per il coraggio di voler emozionare genuinamente il pubblico senza però tentare di compiacerlo ad ogni costo.
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