Enea & Miranda |
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Un film di Eugenio Valentinuzzi.
Con Eleonora Landi, Matteo Bergonzoni, Luigi Monfredini, Anna Neri.
continua»
Commedia,
durata 95 min.
- Italia 2021.
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"Enea & Miranda" la grande impresa di un piccolo film tutto made in Bo
di Emanuela Giampaoli La Repubblica
Per girare un buon film? Bastano tremila euro. Poi certo ci vuole un'idea, dialoghi ritmati, gag divertenti, attori bravi e passione. Tutti ingredienti che i bolognesi Eugenio Valentinuzzi e Silvia Suppini, sulla quarantina, marito e moglie, regista e sceneggiatrice sul set, hanno messo in "Enea&Miranda", pellicola totalmente autoprodotta che si vede all'Orione (sabato 26 alle 16.30 e domenica alle 14.45), meritoriamente diventata un piccolo caso cinematografico. Racconta l'amore di Enea (Matteo Borgonzoni) per Miranda (Eleonora Lanclí), giovane studentessa di filosofia, una che non bacerebbe nessuno che non abbia letto Kant, meglio se anche Schopenhauer, che costringe lui a trascorrere interminabili pomeriggi a un banchetto di libri filosofici al Giardini Margherita, che parla come Platone nel suoi dialoghi. Pesante? Talvolta, ma lui - appassionato di scienze e Star Wars - la ama e dunque la segue. Al Pratello, in piazza, al museo di zoologia, a San Michele In Bosco. Tutto girato per le vie di Bologna, con la grazia di chi non ne fa una cartolina ma il racconto di una città che ama. «Lavoro da vent'anni come tecnico di set - spiega Valentinuzzi - Mia moglie scrive, è il secondo film che facciamo insieme. Abbiamo scelto di autoprodur-
lo, con un'amica, Barbara Gamberi-ni, con cui abbiamo fondato l'asso-ciazione Margot Production». Attori e attrici vengono dal teatro Testoni e dalle compagnie dialettali, con ca-mei di Bob Messini, Tita Ruggeri, Da-nilo Masotti, l'inventore degli urna-rells, nei panni dell'interprete di una pellicola d'essai. «Abbiamo chiesto agli amici che lavorano nel cinema un po' di aiuto, le riprese le abbiamo effettuate nei weekend, tra l'inizio e la fine abbiamo impiegato due anni. Siamo stati poi molto fortunati, avevamo scritto diverse scene con la neve: ha nevicato nei giorni giusti, per dirne una». A fare da sfondo alla vicenda, le famiglie strampalate dei due giovani protagonisti. Lui, rimasto orfano da bambino, è stato cresciuto da due nonne e una zia, che parlano bolognese stretto ("pilucca", "hai una sonna", "è tristo"), ingozzerebbero il nipote da mane a sera, tifano rossoblù e si comprano cappelle cimiteriali (»tanto i soldi mica te li vorrai portare nella tomba» dicono). Miranda invece ha una mamma manager, un padre dedito alla meditazione e al chakra, un nonno, anche lui innamorato, di Georgette che vorrebbe sposare. «Con il dovutissimo rispetto la nostra ispirazione è Woody Allen, il modello irraggiungibile "lo e Annie", in cui ridendo si dicono cose serie sull'amore. E così è anche peri nostri personaggi». Un racconto di formazione sotto i portici che incontra la commedia romantica, mescolando insieme Joda e Kierkegaard, tra dialoghi surreali, situazioni paradossali, relazioni sentimentali impossibili, battute a go go. «Il modello di cinema artigianale l'abbiamo invece copiato da Kubrick, che faceva tutto in casa. Dei nostri familiari non si è salvato nessuno, a partire dai nostri figli, 6 e 12 anni. Silvia a un certo punto leggeva solo libri filosofici, se ne usciva con queste frasi a colazione, belle per carità, ma era un periodo faticoso, con i bambini piccoli. Credo che il soggetto sia nato così». Manco a dirlo il film non ha nemmeno una distribuzione e sta volando con il passaparola. «Abbiamo bussato a qualche porta, ad aprircela è stato Enzo Setteducati dell'Orione. Ora che è partito bene, qualcuno si è rifatto vivo, occasioni di vederlo ci saranno, Siamo molto soddisfatti, speriamo che qualcuno abbia voglia dl portarlo fuori città, nel frattempo stiamo immaginando il prossimo lungometraggio. Sempre autoprodotto, eh, altrimenti mica ci divertiamo».
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