irene
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lunedì 8 dicembre 2014
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loach non abbandonarci
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Ho avuto la fortuna di vedere il film quest'estate in un'anteprima estiva, lo aspettavo da quando è stato presentato a Cannes e ne avevo visto il trailer. Che gioia per gli occhi, per le orecchie, per il cuore. Un Loach più leggero del solito, ma con i temi a lui cari ben presenti e sempre sostenuti fermamente. L'Irlanda, le lotte, la chiesa, la voglia di esprimere la propria libertà anche attraverso il ballo, la pittura, il canto. Tutto ciò che fa cultura e che fa paura al potere, qualunque esso sia. Personaggi indimenticabili come la madre del protagonistsa, scenari stupendi, scene che lasciano senza fiato come il ballo senza musica nel locale deserto, così sexy, così sentito.
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Ho avuto la fortuna di vedere il film quest'estate in un'anteprima estiva, lo aspettavo da quando è stato presentato a Cannes e ne avevo visto il trailer. Che gioia per gli occhi, per le orecchie, per il cuore. Un Loach più leggero del solito, ma con i temi a lui cari ben presenti e sempre sostenuti fermamente. L'Irlanda, le lotte, la chiesa, la voglia di esprimere la propria libertà anche attraverso il ballo, la pittura, il canto. Tutto ciò che fa cultura e che fa paura al potere, qualunque esso sia. Personaggi indimenticabili come la madre del protagonistsa, scenari stupendi, scene che lasciano senza fiato come il ballo senza musica nel locale deserto, così sexy, così sentito.
Lunga vita a Ken Loach, l'unica voce (quasi l'unica) rimasta ormai, forte ed immutabile, a difendere i diritti di quel "popolo" di cui oramai nessuno parla più. L'unico che - nei film come nei fatti della vita - difende gli ultimi. Forse l'unico vero uomo di sinistra che non ha mai tradito sè stesso. Lunga vita a lui e ai suoi film che tengono sveglie le nostre coscienze.
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vanessa zarastro
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domenica 15 giugno 2014
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l’importanza di sentirsi normale
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Ken Loach dirige un film molto bello e commovente ambientato nell’Irlanda dei primi anni ‘30. Jimmy Gralton ritorna in patria dopo essere stato costretto a rimanere dieci anni a New York; ritorna a lavorare la sua terra e a vivere con la sua mamma, coraggiosa donna irlandese che una volta portava i libri da leggere nelle scuole. Riapre con i compagni e amici la sala – un centro sociale ante litteram – dove si ballano tutti i generi moderni, si praticano vari sport, in particolare la boxe, s’impara a disegnare, a cantare e così via. Una forma di volontariato sociale che non piace né al potere ecclesiastico locale né ai ricchi nobili latifondisti.
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Ken Loach dirige un film molto bello e commovente ambientato nell’Irlanda dei primi anni ‘30. Jimmy Gralton ritorna in patria dopo essere stato costretto a rimanere dieci anni a New York; ritorna a lavorare la sua terra e a vivere con la sua mamma, coraggiosa donna irlandese che una volta portava i libri da leggere nelle scuole. Riapre con i compagni e amici la sala – un centro sociale ante litteram – dove si ballano tutti i generi moderni, si praticano vari sport, in particolare la boxe, s’impara a disegnare, a cantare e così via. Una forma di volontariato sociale che non piace né al potere ecclesiastico locale né ai ricchi nobili latifondisti. Sarà messa in atto una vera e propria persecuzione nei confronti di un’attività “sana” e “normale” come se il “piacere” e lo “stare bene insieme” siano da considerare attività sovversive. La poesia del film è proprio lì nella purezza e semplicità dei contadini – basti pensare al discorso fatto da Jimmy agli sfollati – nel loro desiderio di essere felici che non gli è concesso dal potere dominante che li vuole sottomessi e sventurati. Bravi gli interpreti di cui molti non professionisti. Con il cinema di Ken Loach si entra nelle vite dei personaggi passando direttamente dalla porta principale, vivendoci insieme e affrontando con loro il senso d'impotenza e la ricerca di un’alternativa. La storia di Jimmy Gralton, come tutte le altre rappresentate da Ken Loach, è una storia di uomini e donne onesti intellettualmente, animati da una fede umana radicata più nel cuore che nell’ideologica e che non si piegano né alle regole del perbenismo né ai compromessi facili; nel film, ad esempio, Jimmy rifiuta la proposta del prete di cedere la proprietà della sala alla Chiesa in cambio del suo stesso funzionamento. Molto bella la colonna sonora dove le musiche tradizionali irlandesi si fondono con il jazz importato da New York così come le danze tra tradizione e tip tap.
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