Codice 51

" The %! st State"(di Ronny Yu, 2001)è un fillm"elettrico", carico di sequenze(quelle delle sparatorie, ma anche quelle apparentemente"in quiete", come le -pochissime- scene d'amore, quelle delle discussioni etc.)dove l'effetto paradossale porta "fatalmente"alla comicità, appunto"per eccesso". In questo modo il mondo della droga viene messo simpaticamente in burla, "svelato"come assurdo, come completamente ridicolizzato; volendo, nei dialoghi, si accenna per es., anche all'aspetto scientifico del problema(c'è da precisare che il film si riferisce unicamente alle droghe chimicamente prodotte, oltre a tutto, in questo caso, ipoteticamente, a partire da componenti legali), ossia agli effetti sui neurotrasmettitori(dopamina, ma non solo), alla possibilità dell'"effetto placebo", che esiste ma è"residuale", ma il vero fulcro che può colpire maggioremente il pubblico è, appunto, quello grottesco-paradossale, che il regista porta a un livello tale per cui anche chi avesse"tentazioni pericolose", viene dissuaso, viene"messo in mora"(quantomeno)da quanto si vede sullo schermo. [+]

" The %! st State"(di Ronny Yu, 2001)è un fillm"elettrico", carico di sequenze(quelle delle sparatorie, ma anche quelle apparentemente"in quiete", come le -pochissime- scene d'amore, quelle delle discussioni etc.)dove l'effetto paradossale porta "fatalmente"alla comicità, appunto"per eccesso". In questo modo il mondo della droga viene messo simpaticamente in burla, "svelato"come assurdo, come completamente ridicolizzato; volendo, nei dialoghi, si accenna per es., anche all'aspetto scientifico del problema(c'è da precisare che il film si riferisce unicamente alle droghe chimicamente prodotte, oltre a tutto, in questo caso, ipoteticamente, a partire da componenti legali), ossia agli effetti sui neurotrasmettitori(dopamina, ma non solo), alla possibilità dell'"effetto placebo", che esiste ma è"residuale", ma il vero fulcro che può colpire maggioremente il pubblico è, appunto, quello grottesco-paradossale, che il regista porta a un livello tale per cui anche chi avesse"tentazioni pericolose", viene dissuaso, viene"messo in mora"(quantomeno)da quanto si vede sullo schermo. Un po'il contrario rispetto a film del passato, da"The Man with the Golden Arm"(Otto Preminger, 1955)a una pellicola di Romain Gary degli anni Ottanta, per non dire dei film sulla dipendenza alcolica, dove invece è la drammatizzazione a giocare un ruolo"clou". Qui, poi, la presenza di Samuel Jackson, quale Elmo, lo scopritore della famosa droga artificiale, sempre rigorosamente in kilt, ossia in gonnellino socozzese, sempre"tampinato"(ma fino a un certo punto)dalla killer professionista Dakota(una Emily Mortimer, qui più"inquietante"che sensuale, come richiede il ruolo)e invece spalleggiato da Robert Carlyle, un socio post-hippie che era stato l'"ex"di Dakota e insidiato da un poliziotto che sembra più criminale dei criminali"veri", Nigel Whitmey, senza dimenaticare altri personaggi"out", completa il quadro, favorendo la positività di un film solo apparentemente"freak"e"sballato".    El   Gato [-]