LUCIA MASCINO, I FILM CHE HA AMATO ALLA 78. MOSTRA DI VENEZIA E I SUOI (TANTI) PROGETTI FUTURI

Al Lido l'attrice ha fatto parte della giuria del Premio per l’Inclusione Edipo Re. 

Simone Emiliani, sabato 18 settembre 2021 - Incontri
Lucia Mascino (47 anni) 27 gennaio 1977, Ancona (Italia) - Acquario.

Tra una serie appena conclusa per Amazon, Bang Bang Baby e il set di I delitti del BarLume (guarda la video recensione), Lucia Mascino ha fatto parte della giuria del Premio per l’Inclusione Edipo Re alla 78° Mostra di Venezia assieme a Paolo Giordano e Giovanni Truppi. In questa intervista, ci ha parlato dei film che hanno premiato ma anche degli attori dei film della Mostra che le sono piaciuti di più e dei suoi progetti futuri.

Come è stata l’esperienza come giurata?
È stata la prima volta che ho potuto guardare il festival quasi dall’inizio alla fine e mi piace tantissimo anche come spettatore. Essere uno dei tre giurati mi ha dato l’occasione di vedere film che probabilmente non avrei avuto modo di scegliere. Del gruppo che hanno fatto parte del Premio per l’inclusione Edipo, forse mi sarei persa i titoli meno conosciuti; ho visto infatti una varietà enorme di tipologia di film e di sguardi sul mondo.

Come ti sei trovata con Paolo Giordano e Giovanni Truppi?
Li conoscevo entrambi. Con Giovanni Truppi ho fatto un videoclip della canzone della fine del film di Francesca Comencini, Amori che non sanno stare al mondo (guarda la video recensione), di cui ero protagonista. Lì non ho fatto l’attrice ma l’ho pensato e realizzato su richiesta della Fandango. Di persona ci eravamo visti una volta a Stracult per la promozione di quel film. Invece con Paolo Giordano ci siamo conosciuti tre anni fa, poco dopo che si era trasferito a Roma, e abbiamo trovato subito un’affinità tanto è vero che dopo due giorni dal nostro primo incontro mi ha invitata a leggere tre brani del suo libro al MAXXI.

Come vi siete organizzati per la visione dei film?
Ognuno li vede per conto proprio, così viene lasciata ad ogni giurato di scegliere a quale proiezione andare perché magari ha altri impegni. Li abbiamo visti quasi tutti al cinema e solo due/tre attraverso dei link anche a causa dei problemi del software di prenotazione dei biglietti. Devo ammettere che non mi sarebbe dispiaciuto vederli con gli altri giurati. Però ognuno di noi aveva i suoi impegni. Io sono dovuta tornare per girare I delitti del BarLume (guarda la video recensione), Giovanni aveva un concerto, Paolo è arrivato due giorni dopo.
 

Come avete deciso di assegnare l’ex-aequo ad Al Garib e Vera sogna il mare?
Abbiamo discusso a lungo prima di raggiungere il verdetto e organizzato i film in tre gruppi: i titoli scartati dall’inizio, quelli in bilico e quelli che potevano essere i possibili vincitori. Alla fine non ci è sembrava giusto scegliere solo un film. Tra l’altro, sono anche speculari perché ambientati in territori poco raccontati: Vera sogna il mare in Kosovo, Al Garib nell’altopiano del Golan. Alla protagonista di Vera sogna il mare vuoi bene dopo un minuto e mezzo. Al Garib invece racconta di un’emarginazione, di una persona in difficoltà. Abbiamo pensato che dopo due anni che il cinema è morente, scegliere due film come questi è necessario. Se nella mia città di provincia di origine, Ancona, li potessi vedere entrambi, sarei felice. Poi abbiamo scoperto che Vera sogna il mare sarà distribuito. Mentre lo guardavo, ho avuto la stessa reazione di quando ho visto i film di Mungiu e mi dicevo: “che bello averlo visto”.

Quanto è importante un festival come quello di Venezia per dare visibilità ai film? 
Penso che Venezia dia una possibilità enorme anche perché ha un prestigio che si porta dietro da 78 edizioni. È importantissimo andarci. I selezionatori hanno una grande responsabilità. Alle Giornate degli Autori, nel 2008 è stato scelto su suggerimento di Fabio Ferzetti Un altro pianeta di Stefano Tummolini che ha cambiato la mia storia di attrice e che poi è andato anche al Sundance.

Come attrice, quali sono le interpretazioni di tutte le sezioni del festival che ti sono piaciute di più?
Innanzitutto Vincent Lindon in Un autre monde di Brizé. Ma che cos’è quel film… La sceneggiatura è un capolavoro. Avrei dato la Coppa Volpi anche a Toni Servillo perché è bravissimo. Per quanto riguarda l’interpretazione femminile, mi ha sorpreso Maria Nazionale in Qui rido io di Martone anche se è un ruolo più piccolo. Altrimenti ci sono la stessa protagonista di Vera sogna il mare (Teuta Ajdini) e soprattutto Olivia Colman in The Lost Daughter.

A cosa stai lavorando adesso e quali sono i tuoi progetti futuri?
Da Venezia sono andata direttamente all’Isola d’Elba per I delitti del BarLume (guarda la video recensione) dove finiamo ai primi di ottobre. Poi parto per la tournée con Filippo Timi per uno spettacolo diretto da Giuseppe Piccioni che si chiama "Promenade de santé" ed è scritto da Nicolas Bedos, uno sceneggiatore e regista che viene dal cinema. Parla di due pazzi che stanno in un ospedale psichiatrico e hanno problemi sentimentali. Il tono però non è solo quello della commedia ma è anche malinconico. Poi ho il monologo di Lucia Calamaro a cui tengo moltissimo che ha debuttato due anni fa e si è poi dovuto subito interrompere per la pandemia. Poi c’è l’uscita a marzo della serie che ho fatto per Amazon questo inverno che si intitola Bang Bang Baby. E infine ho un desiderio e spero che accada…

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