Inju, la bęte dans l'ombre

Concordo quasi in tutto con Claudio Salvati. Chissŕ perchč, il pubblico in tempo festivaliero si sente molto piů libero di esternare la propria opinione a seguito (ma spesso anche durante) la proiezione della pellicola, e devo dire che non pochi tra il pubblico ieri sera al cinema Giorgione di Venezia si sono alzati o hanno riso durante le scene che avrebbero dovuto essere, nelle intenzioni del regista, le piů drammatiche o patetiche (nel senso etimologico del termine....purtoppo per lui il pubblico le ha colte nel senso comune....). A parte la trama (che in alcuni casi non č cosě derminante per la buona riuscita di un film),il lavoro del regista francese era totalmente privo di quell'atmosfera torbita che richiamava (parole vane) continuamente nei dialoghi. Di qui, il senso di noia assolutamente pervasivo giŕ verso la metŕ della pellicola. Protagonista molto fuori forma, e palesemente in imbarazzo di fronte ai dialoghi piů ridicoli. Nonostante questo, ammetto di aver visto di peggio a Venezia (ricordo ancora con orrore e raccapriccio la visione notturna di "O fatalista"....). Mi dispisce solo che il regista del bel "Il mistero von Bulow" non sia piů stato in grado di ricreare quella stessa atmosfera, pure se patinata, credibilmente ambigua e decadente.