antonello chichiricco
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martedì 14 giugno 2016
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un buon prodotto sottovalutato
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McTiernan probabilmente non è il miglior regista in circolazione e finora nella sua carriera non ha prodotto così grandi capolavori. Ma mentre il suo "Caccia a Ottobre Rosso" ha ottenuto grandi consensi internazionali, questo "Mato Grosso" è ingiustamente, incomprensibilmente passato in sordina. Il film è completamente ambientato dall'inizio alla fine nella giungla amazzonica con scenografia, scorci e fotografia niente male, nelle riprese sono coinvolti come attori autentici indios, Connery e la Bracco s'impegnano credibilmente nei panni dei rispettivi personaggi (due medici ricercatori) fornendo un'intensa interpretrazione, i dialoghi sono tuttaltro che banali, così come la vicenda, peraltro
commentata da una colonna sonora azzeccata ed efficace.
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McTiernan probabilmente non è il miglior regista in circolazione e finora nella sua carriera non ha prodotto così grandi capolavori. Ma mentre il suo "Caccia a Ottobre Rosso" ha ottenuto grandi consensi internazionali, questo "Mato Grosso" è ingiustamente, incomprensibilmente passato in sordina. Il film è completamente ambientato dall'inizio alla fine nella giungla amazzonica con scenografia, scorci e fotografia niente male, nelle riprese sono coinvolti come attori autentici indios, Connery e la Bracco s'impegnano credibilmente nei panni dei rispettivi personaggi (due medici ricercatori) fornendo un'intensa interpretrazione, i dialoghi sono tuttaltro che banali, così come la vicenda, peraltro
commentata da una colonna sonora azzeccata ed efficace. Cos'altro si può chiedere ad un buon film? Per me merita quattro stelle.
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[+] bellissimo
(di senigan)
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elgatoloco
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lunedì 2 novembre 2020
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connery superstar and medicine man
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"Medicine Man"(1992)di John Mc Tiernan, soggetto di Tom Schulman, sceneggiatura di Schuman con Sally Robinson propone il medico che si è ritirato nel Mato Grosso(Brasile, come noto-il film è stato girato in Mexico in una zona molto simile a quella regione)e che è disilluso, quasi ormai assimilato allo stregone(medicine man, appunto), raggiunto dalla biochimica consulente di una società farmaceutica che vuole scoprire perché lui non manda più alcuna relazione scientifica sulla sua attività. Lui aveva scoperto una terapia naturale contro il tumore, ma i suoi appunti erano"carenti", lei riesce a recuperare tutto, trasformandolo o meglio correggendo qualche errore di impostazione.
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"Medicine Man"(1992)di John Mc Tiernan, soggetto di Tom Schulman, sceneggiatura di Schuman con Sally Robinson propone il medico che si è ritirato nel Mato Grosso(Brasile, come noto-il film è stato girato in Mexico in una zona molto simile a quella regione)e che è disilluso, quasi ormai assimilato allo stregone(medicine man, appunto), raggiunto dalla biochimica consulente di una società farmaceutica che vuole scoprire perché lui non manda più alcuna relazione scientifica sulla sua attività. Lui aveva scoperto una terapia naturale contro il tumore, ma i suoi appunti erano"carenti", lei riesce a recuperare tutto, trasformandolo o meglio correggendo qualche errore di impostazione... Forse troppe peripezie, in questo film, comunque degnissimo, anche degno di maggiore successo rispetto a quello effettivamente tributatogli, quasi il"Connery maturo"si fosse esaurito con il celebre"Il nome della rosa", il che sarebbe un errore critico fondamentale. Mc Tiernan, certo, non è John Huston, ma complessivamente il film offre vari spunti per una riflessione che va oltre la retorica dei"poveri indios"o le riflessioni da"Tristes Tropiques"... Decisamente siamo in un ambito che non soffre di nostalgie terzomondiste ma neppure di"complaintes"particolari. Diremo meglio che forse Lorraine Bracco non è l'attrice più adatta, pur essendo decisamente brava, a fare l'"antagonista"del Medicine Man Connery, che le musiche sono un po'stantie e torppo mestamente alla ricerca di suggestioni andine, che pure, ovviamente, sono"in tema". Bisognerà dire meglio che il film è in certo modo riuscito, ma non del tutto, che rimane quel"quantum"di irrisolutezza che invece avrebbe potuto farne un film più coraggioso in una direzione accennata ma non sivluppata, quella di un film drmmatico con imp0licazioni psicologiche forti, a tinte forti e decise, anche con sfumature psicanalitiche che non si intravedono. Ma Mc Tiernan si dirà non è Hitchcock e, anche volendo mettersi su quella strada, che chiaramente non vuole seguire, né gli interessa farlo, non sarebbe stato in grado di arrivare a tanto. Rimane allora l'icona Sean, intramontabile, irripetibile, che forse con questo omaggio che un canale TV gli ha tributato(troppo poco comunque ciò che gli è stato dedicato)avrebbe meritato altro(un altro canale, a propostio di sir Alfred, ha"passato" "Marnie", ben altro spessore...), ma sicuramente sia la disponibilità di film, proprio a ridosso della scomparsa e con la limitata disponibilità di film, avrebbe meritato altro e di più, certamente. Da rivisitare , comunque, anche per rendersi conto di"Connery not and never only James Bond", tanto per fugare pregiudizi ancora insiti in qualcuno, peraltro del tutto erroneamente. Le critiche accennate sopra non tolgono nulla alla bellezza di alcune sequenze, certo costose(per le"comparse"si è fatto ricorso a veri e propri indios non"attori", tra l'altro)e che non sono state utilizzate per realizzare un kolossal(sarebbe stata un'altra scelta/deriva possibile, certo inopportuna ma com.possibile...appunto)che avrebbe banalizzato quello che è il senso(non il"messaggio")del film.PIacevole la polemica, forse troppo garbata.spensierata contro i circoli "ricco.progressisti"degli USA, El Gato
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