dutchman
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giovedì 8 aprile 2010
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le difficoltà ironiche e malinconiche della vita
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"La Crisi" diretta dal grande regista Coline Serrau, è una bellissima commedia romantica spiritosa e allo stesso tempo malinconica che si spinge sui problemi sociali, con una sceneggiatura scritta bene alla francese, in quanto molto bravi a fare questo genere di film.
Victor (Vincent Lindon) di prefessione avvocato, si sveglia una mattina per scoprirsi abbandonato dalla moglie, tramite un messaggio con scritto che lo lascia per un'altro uomo.
La sua giornata peggiora quando viene licenziato dal Suo studio legale, Victor abbandonato anche dai Suoi amici (come capita sempre in queste situazioni drammatiche) a causa degli eventi negativi prende una decisone drastica, depositando i Suoi figli in treno per una vacanza dalla suocera, rimanendo solo con se stesso per il resto del film.
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"La Crisi" diretta dal grande regista Coline Serrau, è una bellissima commedia romantica spiritosa e allo stesso tempo malinconica che si spinge sui problemi sociali, con una sceneggiatura scritta bene alla francese, in quanto molto bravi a fare questo genere di film.
Victor (Vincent Lindon) di prefessione avvocato, si sveglia una mattina per scoprirsi abbandonato dalla moglie, tramite un messaggio con scritto che lo lascia per un'altro uomo.
La sua giornata peggiora quando viene licenziato dal Suo studio legale, Victor abbandonato anche dai Suoi amici (come capita sempre in queste situazioni drammatiche) a causa degli eventi negativi prende una decisone drastica, depositando i Suoi figli in treno per una vacanza dalla suocera, rimanendo solo con se stesso per il resto del film.
Mentre Victor cerca di rimettere in piedi la Sua vita in piena crisi, inciampa su Michou (Patrick Timsit) un senzatetto che da quel momento non lo molla un'attimo, sia per farselo amico, sia per farsi pagare da mangiare e l'unico realmente disposto ad ascoltare i suoi problemi, e solo quando Victor si ferma a pensare sulla propria esistenza del momento, il film si sposta sui problemi di Michou (Patrick Timsit) che poco per volta comincia a reclamare la propria vita.
Victor viene indotto da Michou a visitare la Sua famiglia in un sobborgo di Parigi, a questo punto si vede la mano del regista Coline Serrau, che con ironia intelligente fà scivolare il film nel sentimentalismo.
Victor non solo trova ospitalità , ma viene aiutato dalla famiglia di Michou che gli infonde la speranza di riconquistare Sua moglie.
Il film è molto bello, Vincent Lindon (che reputo uno dei migliori attori al mondo) interpreta alla perfezione la parte di Victor, bravissimo Patrick Timsit nel ruolo del senzatetto Michou.
Patrick Timsit attore-caratterista conosciuto e osannato in Francia , purtroppo è poco conosciuto all'estero.
IL film "La Crisi" descrive problemi veramente profondi e significativi, sia nella vita dell'uomo medio-borghese Victor, che del senzatetto Michou, una persona senza lavoro e senza amici con una famiglia da mantenere (ma unita), al contrario di Victor che gli diventa amico e che grazie a Michou trova una nuova famiglia.
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massimiliano curzi
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venerdì 10 dicembre 2010
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tra le migliori commedie francesi anni 90
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Coline Serreau a un livello di compattezza stilistica mai raggiunto: quando non eccede in retorica multiculturale (come le capita in "Romuald e Juliette", ad esempio), la regista francese rappresenta efficacemente tutte le contraddizioni della società attuale: frenesia esistenziale, disgregazione dei nuclei sociali, egoismo e competitività esasperata, senso dell'assurdo e inversione dei valori. Il film ha un ritmo disuguale, ma sarebbe stato artificioso generalizzare il bruciante ritmo narrativo del primo tempo, con personaggi dai risvolti nevrotici e perciò inavvicinabili. L'introspezione impone la lentezza della seconda parte, semmai il rammarico è per una malcelata astuzia narrativa che maschera una povertà finale di contenuti, persino enfatizzati in un epilogo fin troppo conciliante.
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Coline Serreau a un livello di compattezza stilistica mai raggiunto: quando non eccede in retorica multiculturale (come le capita in "Romuald e Juliette", ad esempio), la regista francese rappresenta efficacemente tutte le contraddizioni della società attuale: frenesia esistenziale, disgregazione dei nuclei sociali, egoismo e competitività esasperata, senso dell'assurdo e inversione dei valori. Il film ha un ritmo disuguale, ma sarebbe stato artificioso generalizzare il bruciante ritmo narrativo del primo tempo, con personaggi dai risvolti nevrotici e perciò inavvicinabili. L'introspezione impone la lentezza della seconda parte, semmai il rammarico è per una malcelata astuzia narrativa che maschera una povertà finale di contenuti, persino enfatizzati in un epilogo fin troppo conciliante.
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