DREAM SCENARIO, NICOLAS CAGE È L’UOMO DEI (NOSTRI) SOGNI

Nel film di Kristoffer Borgli, l’attore è un uomo ordinario che improvvisamente appare nei sogni (e negli incubi) di milioni di sconosciuti, raggiungendo di colpo una celebrità virale che gli si ritorcerà contro. Da giovedì 16 novembre al cinema.

Marzia Gandolfi, mercoledì 15 novembre 2023 - Focus
Nicolas Cage (Nicholas Kim Coppola) Altri nomi: (Nicholas Cage / Nicolas Coppola ) (60 anni) 7 gennaio 1964, Long Beach (California - USA) - Capricorno. Interpreta Paul Matthews nel film di Kristoffer Borgli Dream Scenario - Hai mai sognato quest'uomo?.

E se dopo aver abitato il nostro immaginario, Nicolas Cage abitasse improvvisamente i nostri sogni? È la bella idea di Kristoffer Borgli (Sick of Myself) confrontare l’attore con una folla inferocita nell’ultima commedia nera prodotta da Ari Aster (Midsommar, Beau ha paura) con A24.

Nel film Nicolas Cage è un uomo ordinario che appare nei sogni (e negli incubi) di milioni di sconosciuti, raggiungendo di colpo una celebrità virale che gli si ritorcerà contro.

Calvo e curvo dietro la barba e sotto il peso di mille scacchi esistenziali, è un noioso professore di biologia che annoia i suoi studenti come le figlie a casa. Ossessionato dall’evoluzione e dalle zebre, che garantiscono la loro sicurezza confondendosi col branco, suo malgrado finisce per distinguersi nel mondo onirico di estranei e conoscenti, infilando una spirale drammatica quanto esilarante.

E dire che Paul Matthews ha cercato tutta la vita di essere soltanto una brava persona, di fare le cose bene, onestamente, eticamente, ma il mondo fuori sembra passi il suo tempo a turbare questa perfezione programmata. Così è la vita e nessuno poteva incarnare le sue contraddizioni meglio di Nicolas Cage, star della dismisura che mette a disposizione di Kristoffer Borgli il suo bagaglio professionale. Chi meglio di lui conosce la lezione? Per quanto ci provi, il caos irrazionale del mondo e dell’interazione umana lo raggiunge e travolge, sempre.

Dream Scenario - Hai mai sognato quest'uomo? conferma il ‘risveglio’ dell’attore che prosegue il suo cammino nel cinema d’autore dopo aver interpretato un cacciatore di tartufi in Pig, il singolare melodramma animale di Michael Sarnoski, che rivisita con grazia un genere virile (revenge movie) ed elogia la slow life contro lo sfruttamento capitalista della natura e degli uomini.


I TANTI MONDI DI CAGE
Dopo una carriera divenuta progressivamente informe, una lenta discesa all’inferno che lo ha letteralmente ‘bruciato’, eccitando la creatività folle dei parrucchieri di Hollywood, Nicolas Cage ritorna da lontano con un progetto intrigante che trasforma la prosaicità del quotidiano in una piccola epifania morale. Nel mondo di Paul, come nel nostro, è possibile diventare virali non facendo praticamente nulla. È in quello dei sogni che Paul si attiva. Inerme nella vita reale, si innesca improvvisamente in un’altra dimensione, a cui dona la sua panoplia di gesti. Una partitura di espressioni che deformano il suo volto e alterano (spaventosamente) l’articolazione del suo corpo. La presenza di Cage, che sa bene gli svantaggi della celebrità e la disapprovazione di fan e critica, infonde sul racconto una tristezza che mette in risalto il bisogno di riconoscimento del suo personaggio.

Ma non è la prima volta, e non sarà l’ultima - perché l’attore gira troppo e non importa troppo cosa - che dimora in una realtà altra, in scenari compositi, dentro film come scatole cinesi e dentro una filmografia disomogenea, movimentata e instabile che ha sparato anche grossi calibri: Scorsese, Coppola, Lynch, Woo, De Palma, i Coen e ancora.


NEL MONDO DI PEGGY SUE
Ed è proprio lo zio Coppola il primo a ‘traslocarlo’ nel tempo, indietro nel tempo. Perché Peggy Sue si è sposata è la storia di un viaggio attraverso lo specchio, ma il paese delle meraviglie di questa Alice matura (Kathleen Turner), sposata con un Cage invecchiato per l’occasione, non è una realtà parallela ma la sua giovinezza passata e d’un tratto riavvolta. Come trascinata dal travelling back inaugurale, Peggy Sue ripercorre la sua vita e ritrova il suo giovane Cage, già a suo agio nel décor onirico dove impone uno stile ancora incerto ma reale.


IL CASO THE FAMILY MAN
Ma per comprendere davvero la capacità di adattamento di questo attore ‘a sangue freddo’, che regola la temperatura interna a seconda dell’ambiente, bisogna rivedere The Family Man, in cui convivono almeno tre Nicolas Cage, tre storie e tre paesaggi differenti. Del resto, fuori dallo schermo ce ne sono altrettanti: il divo che si preoccupa del suo standing, lavorando con firme prestigiose (Cuore selvaggio, Face/Off, Al di là della vita), l’eroe in action scoperto con la maturità e dentro (indimenticabili) blockbuster burini (The Rock, Con Air, Fuori in 60 secondi) e l’occasionale interprete di bagatelle sentimentali (Può succedere anche a te, City of Angels). Dei tre, l’ultimo è sicuramente il peggiore. Tuttavia, nonostante i presagi del titolo, con la sua allusione alle celebrazioni familiari, The Family Man mette l’energia selvaggia dell’attore al servizio dell’uomo comune, l’uomo della strada e la sua segreta grandezza d’anima d’anima travolta da eventi che non riesce più a controllare.

L'ATTORE GIUSTO PER OGNI SCENARIO
In entrambi i film è possibile assistere alla muta di un performer che Lynch per primo ha vestito di ‘pelle di serpente’. Se Nicolas Cage si fa addirittura in tre per Brett Ratner - lo studente di economia che a metà degli anni ‘80 lascia la fidanzata (e la provincia) per seguire un tirocinio in una prestigiosa banca inglese, il brillante amministratore delegato (e lo scapolo irriducibile) che è diventato dodici anni dopo sullo sfondo di Manhattan e infine, dentro un incubo che diventerà il suo sogno più bello, l’uomo comune che avrebbe potuto essere se non avesse preso quell’aereo dodici anni prima -, per Kristoffer Borgli si muove su due universi (e due ordini di coscienza) che rendono il suo eroe al principio perplesso, poi felice e infine disperato perché il film prende una piega oscura in cui Paul finalmente si distingue ma soltanto per essere braccato, e non solo in rete.


UN PURO MOSTRO DI CINEMA
Di queste apologie della mobilità senza riserve, una vita per tre ‘azioni sceniche’, tutte seducenti, cangianti e ‘artificiali’ come bolle di sapone, Nicolas Cage è il re indiscusso, un puro mostro di cinema, in tutta la sua complessità e la sua esuberanza. Sempre flessibile, sotto l’apparenza del genere, ieri una commedia familiare, oggi una commedia surrealista, cambia posto e si cimenta in ogni ruolo, inventando la sua (folle) carriera e andando oltre la semplice alternativa che Hollywood aveva evidentemente previsto per lui.

L’attore americano ritorna in sala con Dream Scenario, un esilarante oggetto non identificato, che sembra adattarsi perfettamente alla sua personalità eccentrica. Incarnando sullo schermo un uomo che è diventato la fantasia e lo spauracchio dei suoi contemporanei, Cage compone coi rumor di cui è sempre stato oggetto.

Performer radicale, volge il sogno in incubo, provocando un curioso effetto specchio che ‘riflette’ la sua discesa all’inferno cinematografico, finanziario e sentimentale. Delirante e sempre in orbita, ama esacerbare l’artificialità degli archetipi della fiction, passando da una scena all’altra, dal mite professore a un fantasma iperattivo: il gioco psicotico è servito.

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