Sick of Myself

Film 2022 | Commedia, V.M. 14 97 min.

Titolo originaleSyk Pike
Anno2022
GenereCommedia,
ProduzioneNorvegia
Durata97 minuti
Regia diKristoffer Borgli
AttoriEirik Sæther, Kristine Kujath Thorp, Fanny Vaager, Sarah Francesca Brænne Fredrik Stenberg Ditlev-Simonsen, Steinar Klouman Hallert, Ingrid Vollan, Andrea Bræin Hovig, Henrik Mestad, Anders Danielsen Lie, Frida Natland, Guri Hagen Glans, Mathilda Höög, Seda Witt, Terje Strømdahl.
Uscitagiovedì 5 ottobre 2023
DistribuzioneWanted
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14
MYmonetro Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

Regia di Kristoffer Borgli. Un film con Eirik Sæther, Kristine Kujath Thorp, Fanny Vaager, Sarah Francesca Brænne. Cast completo Titolo originale: Syk Pike. Genere Commedia, - Norvegia, 2022, durata 97 minuti. Uscita cinema giovedì 5 ottobre 2023 distribuito da Wanted. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 Valutazione: 3 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

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Ultimo aggiornamento venerdì 29 settembre 2023

Una giovane donna assume deliberatamente un farmaco pericoloso per ottenere l'attenzione che desidera. All'inizio funziona, ma poi deve fare i conti con conseguenze indesiderate. Al Box Office Usa Sick of Myself ha incassato 57,6 mila dollari .

Consigliato assolutamente no!
n.d.
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO
CONSIGLIATO SÌ
Una commedia feroce, intelligente, attuale, in cui non c'è nulla da ridere e tutto da riflettere.
Recensione di Claudia Catalli
venerdì 29 settembre 2023
Recensione di Claudia Catalli
venerdì 29 settembre 2023

Signe e Thomas sono due ragazzi ossessionati dall'avere addosso l'attenzione di tutti. Sono una coppia, ma l'amore per loro significa continua rivalità. Una relazione tossica, malsana, competitiva, che arriva ai massimi estremi: quando Thomas inizia ad affermarsi come artista contemporaneo, Signe arriva ad architettare un piano diabolico pur di attirare su di sé l'attenzione di tutti, tv e giornali compresi. Anche a discapito della propria salute.

Chi ama le commedie feroci, intelligenti, attuali, in cui non c'è nulla da ridere e tutto da riflettere, non può perdersi Sick of myself, l'anti-apologia del narcisismo che attraversa e infesta i nostri tempi.

Gli antieroici protagonisti Signe e Thomas ne sono irrimediabilmente affetti, addirittura fanno a gara per chi riesca a stare più al centro dell'attenzione, nei modi più rocamboleschi. Sono una coppia, ma di quelle tossiche, in cui all'amore prevalgono la competizione, la rivalità, il continuo gareggiare. Malati cronici di narcisismo, attraversano la vita come fosse un palcoscenico su cui sfoggiare una versione di se stessi, non la migliore, solo la più sensazionale. Sulle prime sembra vincere Thomas, con i suoi continui furti di oggetti di arredamento che vanno poi a comporre le sue opere d'arte contemporanea.

Signe non vuole essere da meno, ma non sa come fare per ottenere l'attenzione delle persone attorno a lei. Durante una cena la sua allergia alla frutta secca diventa un ottimo pretesto per avere gli occhi di tutti i commensali su di sé. Sarà solo l'inizio: grazie a un farmaco russo ritirato dal commercio inizierà ad architettare un diabolico piano, crudele innanzi tutto per la propria salute, fino a mettere in scena una malattia da prima pagina.

Disturbante, respingente, a tratti detestabile, il film che segna l'esordio alla regia del norvegese Kristoffer Borgli è un'opera intelligente incentrata sul narcisismo che attraversa da parte a parte quest'epoca, morbosamente ossessionata dal mostrarsi e dal ricevere attenzioni.

Fin dove ci si spingerebbe pur di diventare famosi? È il quesito che scorre silenzioso lungo tutto il dipanare della storia, un climax di avvenimenti rocamboleschi e bizzarri.

Alla sua opera prima Borgli dimostra già una maturità espressiva e stilistica notevole, forte di una storia capace di rimanere impressa grazie al soggetto originale e solido di partenza. Kristine Kujath Thorp è assolutamente convincente nei panni di una protagonista tutt'altro che eroica, a cui non si riesce mai a volere bene. Tuttavia non si riesce a staccarle gli occhi di dosso, la sua performance superlativa sa catturare l'attenzione dello spettatore, proprio come il suo make up accurato fino all'estremo, regalando a chi guarda immagini anche raccapriccianti, difficili da dimenticare.

Come raccapricciante è la vera malattia che ammorba i protagonisti del film, simbolo e sineddoche di una società tutt'altro che sana, ossessionata dallo stare al centro dell'attenzione ad ogni costo. Il fine (lo sguardo degli altri addosso, l'agognata celebrità) giustifica qualsiasi mezzo, a riprova che Andy Warhol aveva ragione: "Nel futuro tutti saranno famosi in tutto il mondo per 15 minuti". 

Borgli mostra cosa ci sia dietro quei quindici minuti, quale diabolica strategia possa essere messa in atto persino a scapito di se stessi e della propria salute pur di passare da miserabili affamati di fama a improvvisi famosi. Già, ma famosi per cosa? A volte, come nel caso di Signe, solo per essere dei "freaks". 

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RECENSIONI DELLA CRITICA
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Fabio Ferzetti
L'Espresso

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