IL RE, IL CARCERE NON È SOLO REDENZIONE E SALVEZZA. È ORA SU NOW LA SERIE CARCERARIA CON LUCA ZINGARETTI

L'attore veste i panni del temibile Bruno Testori, direttore dell'istituto penitenziario San Michele all'interno del quale esercita la sua personale idea di giustizia, al di sopra della legge dei tribunali e dei codici di procedura penali. GUARDA ADESSO »

Alice Catucci, venerdì 18 marzo 2022 - NOW
Luca Zingaretti (62 anni) 11 novembre 1961, Roma (Italia) - Scorpione.

Tutti ricordiamo il terribile Warden Samuel Norton, direttore della prigione Shawshank, luogo mostruoso in cui si ambientano le vicende del racconto di Stephen King, "Rita Hayworth e la redenzione di Shawshank", da cui Frank Darabont ha tratto il film Le ali della libertà. Un prison movie a tutti gli effetti, ossia un film appartenente ad un genere tipico della tradizione cinematografica statunitense. Sono moltissime infatti le opere d'oltreoceano ambientate nelle prigioni, luoghi di corruzione e violenza: basti pensare anche solo a La grande fuga di John Sturges, a Papillon di Franklin J. Schaffner o a Il Miglio Verde, per tornare ad un altro film di Darabont tratto da un romanzo del Re del Terrore. E anche il piccolo schermo è ricco di storie ambientate fra le mura carcerarie, come Prison Break e Orange is the New Black, per citarne giusto due.

E se in Italia questo genere è stato poco affrontato, o per essere più precisi, trattato con modalità narrative totalmente differenti, più in linea con la nostra tradizione cinematografica, dal 18 marzo in streaming su NOW arriva Il Re, prison drama prodotto da Sky Studios, The Apartment e Wildside e diviso in otto episodi diretti da Giuseppe Gagliardi (già dietro la macchina da presa in 1992, 1993, 1994, Non uccidere).

Luca Zingaretti veste i panni di Bruno Testori, direttore del carcere San Michele nel quale esercita la sua personale idea di giustizia, al di sopra della legge dei tribunali e dei codici di procedura penali. Accanto a Zingaretti troviamo anche Isabella Ragonese nei panni di un'agente di polizia carceraria, Anna Bonaiuto in quelli del pubblico ministero che indaga sulla rete di illeciti che fanno capo a Testori, Barbora Bobulova ex moglie di quest'ultimo e Giorgio Colangeli nei panni di un comandante della prigione.

A firmare soggetto e sceneggiatura vi sono penne abituali della serialità italiana, come Stefano Bises, Peppe Fiore, Bernardo Pellegrini, Davide Serino, e anche Massimo Reale, che firma insieme agli altri solo il soggetto de Il ReBises è una delle penne di Gomorra, probabilmente il primo prodotto che, affrancato da certi stilemi della fiction, ha dato il via ad un diverso tipo di serialità in Italia. Peppe Fiore e Bernardo Pellegrini condividono invece nel genere investigativo poliziesco Non uccidere con Miriam LeoneDavide Serino, infine, scrive Bella da Morire, che vede Cristiana Capotondi vestire i panni di un'investigatrice.

È recente l'uscita della sere Christian, sempre targata Sky e anch'essa disponibile su NOW, ed è ormai evidente la riscoperta delle potenzialità del genere usato per affrontare questioni estremamente attaccate al reale. Infatti la storia del supereroe santo, e prima di lui quella di Lo chiamavano Jeeg Robot, immagina un personaggio che opera nelle periferia romana, generando così riflessioni sui quei luoghi della città. E nel cinema americano questo succede da sempre, fin dagli albori, e i prison movies sfruttano a pieno la violenza che mostrano per denunciare le condizioni carcerarie statunitensi o per riflettere sull'orrore della pena di morte.

D'altronde le potenzialità cinematografiche interne alle mura carcerarie sono moltissime; molte le possibilità di una macchina da presa limitata, costretta a muoversi nello spazio claustrofobico e privo d'aria delle prigioni. Una macchina che non potendosi distrarre con cieli, distese cittadine e campi lunghi, non può che sostare più a lungo sui volti e sulle storie di chi gli si concede.

E Il Re avrà a che fare con molte di queste, con episodi di corruzione, violenza e abusi di potere. Storie in cui la concezione di un confine netto fra il bene e male si rivela in tutte le sue contraddizioni, in cui la chiara divisione fra ciò che è ritenuto giusto e ciò che è sbagliato tradisce la sua precarietà, mostrando tutte le incongruenze interne all'idea di carcere come luogo di redenzione e salvezza.

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