ANNABELLE 2, UN HORROR DA MANUALE

David F. Sandberg dimostra che i clichè ci fanno ancora paura.

Elena Magnani, vincitrice del Premio Scrivere di Cinema, lunedì 7 agosto 2017 - Scrivere di Cinema
Miranda Otto (57 anni) 16 dicembre 1967, Brisbane (Australia) - Sagittario. Interpreta Esther Mullins nel film di David F. Sandberg Annabelle 2: Creation.

1970. Ed e Lorraine Warren, coniugi statunitensi esperti in demonologia e fenomeni paranormali, vengono assunti da una studentessa di infermieristica che racconta di aver ricevuto in dono una bambola indemoniata. Sotto la stoffa e il sorriso di porcellana vivrebbe l'entità di Annabelle Higgins, morta in un incidente all'età di sette anni. È l'inizio di un caso vero e che fece molto scalpore, ma soprattutto che consacrò definitivamente un grande tema dell'immaginario horror: il giocattolo. Il male assoluto che si annida nel bene più dolce. La minaccia più pericolosa custodita in ogni cameretta. Da Chucky de La bambola assassina al pupazzetto di Saw, la bambola, animata nella mente del bambino dalla fantasia e dall'affetto, si trasforma al cinema in un mostro custodito incosapevolmente nella famiglia, nella casa, tra le proprie braccia. Diventando un cliché. 2013. Alle ricerche dei Lorraine si ispira un film che darà inizio alla fortunata serie di The Conjuring. Tra le vicende raccontate compare anche Annabelle, e funziona così bene che nel 2014 diventa protagonista dell'omonimo spin-off. Ma non basta: ad arricchire il mosaico e sostenere l'impalcatura di una saga sempre più complessa, arriva Annabelle 2: Creation, prequel sulle origini del misterioso bambolotto.

Ma in questo nuovo capitolo di David F. Sandberg (già notevole in Lights Out - Terrore nel buio), più della trama, è proprio l'utilizzo sapiente del cliché a fare la differenza.
Elena Magnani, vincitrice del Premio Scrivere di Cinema

La grande casa abbandonata in un non-luogo, il padrone misterioso e tormentato, la moglie prigioniera della sua stanza, i corridoi bui, il pozzo, i fienili vuoti, l'arredamento vittoriano, le piccole orfane a cui viene vietato di curiosare in giro. E poi, piano piano, scricchiolano le assi del pavimento, sbattono le finestre, compaiono messaggi scritti con la grafia scomposta di un'altra bambina. Che, però, non c'è. Annabelle 2: Creation è un horror, il più classico degli horror, quasi da manuale. La notevole fotografia, la colonna sonora, il susseguirsi degli ormai attesi jumpscare: tutto si piega alla costruzione di una lenta e logorante tensione, che attende paziente di esplodere al momento giusto. Anche senza essere mostrata, la bambola è presente in ogni scena, in ogni dialogo, proprio perché in fondo la stiamo aspettando, proprio perché la storia la conosciamo. Grazie alla forza iconica di Annabelle, Sandberg vince la scommessa di consegnarci un riuscito nuovo capitolo, dimostrando che in fondo i cliché ci fanno ancora paura.

ALTRE NEWS CORRELATE
SCRIVERE DI CINEMA
Sara Gelao, Vincitrice del Premio Scrivere di Cinema - martedì 12 gennaio 2021
David Fincher filma la dura lotta tra industria e ideologia. Disponibile su Netflix. Vai all’articolo »
SCRIVERE DI CINEMA
Lorenzo Gineprini, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema - martedì 12 gennaio 2021
Uno dei prodotti Netflix più visto dell’anno appena passato che gioca con il simbolismo, la storia e lo sport. Vai all’articolo »
SCRIVERE DI CINEMA
Leonardo Magnante, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema - martedì 15 dicembre 2020
Un percorso di formazione all’interno di una piccola comunità. Su Netflix. Vai all’articolo »