Un matrimonio di troppo si regge tutto su Ferrell e Witherspoon. Entrambi sono performer impeccabili, ma invadenti, di quelli che spesso attirano tutta l’attenzione su di sé mettendo in ombra gli altri. Eppure riescono a trattenersi a sufficienza da lasciare spazio all’altro. Insieme non funzionano benissimo, almeno all'inizio, soprattutto perché l’evoluzione del rapporto dei rispettivi personaggi è tutt’altro che plausibile.
Entrambi sfruttano al massimo la loro esperienza nei panni di personaggi che negli anni sono diventati loro cavalli di battaglia: la Witherspoon è come sempre inappuntabile nel ruolo della donna ambiziosa, indipendente, puntigliosa e maniacale; Ferrell è il perfetto omone imbranato e petulante, la versione umana di un orsacchiotto gigante.
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Un matrimonio di troppo si regge tutto su Ferrell e Witherspoon. Entrambi sono performer impeccabili, ma invadenti, di quelli che spesso attirano tutta l’attenzione su di sé mettendo in ombra gli altri. Eppure riescono a trattenersi a sufficienza da lasciare spazio all’altro. Insieme non funzionano benissimo, almeno all'inizio, soprattutto perché l’evoluzione del rapporto dei rispettivi personaggi è tutt’altro che plausibile.
Entrambi sfruttano al massimo la loro esperienza nei panni di personaggi che negli anni sono diventati loro cavalli di battaglia: la Witherspoon è come sempre inappuntabile nel ruolo della donna ambiziosa, indipendente, puntigliosa e maniacale; Ferrell è il perfetto omone imbranato e petulante, la versione umana di un orsacchiotto gigante.
Solo grazie ai rispettivi talenti e a una professionalità rodata si arriva alla fine di Un matrimonio di troppo.
Dunque ennesima commediola in rosa usa e getta, affollata di personaggi inutili, a corto di trovate e orrendamente stucchevole con una trama esilissima e comprimari, spose comprese, scialbi e verso i quali non si prova nessun interesse.
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