LARS VON TRIER, UN REGISTA CHE DIVIDE

Tre grandi film di Von Trier tornano al cinema restaurati in 4k a giugno: il primo è Dogville, in sala dal 2 al 4 giugno.

Giancarlo Zappoli, lunedì 2 giugno 2025 - Focus

Ci sono almeno due von Trier nella storia del cinema europeo. C’è quello dei tre film proposti da Movies Inspired lo scorso anno (L’elemento del crimine, Epidemic ed Europa) e poi quello che si esprime nella nuova terna. In mezzo c’è l’elemento spartiacque  del Manifesto di Dogma 65 che si apriva con queste parole: “DOGMA 95 è un collettivo di registi fondato a Copenaghen nella primavera del 1995. Il suo scopo preciso è opporsi a certe derive del cinema contemporaneo. DOGMA 95 è un’azione di salvataggio!” e si concludeva così: “DOGMA 95 combatte il cinema delle illusioni con una serie di regole indiscutibili note con il nome VOTO DI CASTITÀ”. Seguiva il decalogo che prevedeva riprese in esterni ed assenza di set, sonoro con eventuale musica solo in funzione diegetica, macchina da presa a mano, film a colori senza trucchi ottici o filtri ecc. Da qui trae origine la svolta che costituirà anche (e potrebbe sembrare un po’ assurdo viste le costrizioni) l’inizio di una più vasta notorietà per il cinema di un regista che non ha mai rinunciato alla provocazione, sia sul piano del linguaggio filmico che su quello dei contenuti. Da qui in poi gli spettatori di un film di von Trier non potranno fare  a meno di dividersi, non appena riaccese le luci in sala, tra ammirati ed indignati. Ognuno con le sue (buone) ragioni per sostenere l’una o l’altra posizione. Lo stesso varrà per la critica.

LE ONDE DEL DESTINO (1995)

Nonostante quanto detto sopra (o, forse, proprio per questo) il film ottiene il Gran Premio della Giuria a Cannes. Lars  ha dichiarato di essere rimasto impressionato da una fiaba che aveva segnato la sua infanzia,  intitolata “Cuore d’oro”, la cui protagonista, finendo derubata di tutto ciò che aveva, affermava: “Nonostante tutto, ne esco bene”. Ecco allora l’idea di fare un film sulla bontà che dà inizio alla trilogia che prevederà Idioti e Dancer in the Dark, il cui titolo internazionale originale è sicuramente più aderente all’idea che ne sta alla base rispetto a quello assegnatogli dall’allora distribuzione italiana. Bess si sacrificherà per Jan con una forma di sacrificio inusuale anche perché vissuta all’interno di una comunità dalla connotazione fortemente religiosa. Si tratta di un film  di cui von Trier dice: “Penso di essermi avvicinato alla visione di Dreyer. Il suo sguardo sulla religione è innanzi tutto umanista. In tutti i suoi film attacca la religione, la dottrina, ma non Dio”.
Le onde del destino sarà al cinema dal 23 al 25 giugno.

DANCER IN THE DARK (2000)

Film di chiusura della trilogia sulla bontà vede conquista la Palma d’oro e il premio per la migliore attrice a Cannes e deflettere dal rigore delle regole del Dogma 95 per realizzare un’incursione nel musical visto però sotto una lente di ingrandimento del tutto particolare. Le riprese non saranno prive di problemi, dettati soprattutto dal complicato rapporto del regista con la cantante Bjork, che arriverà ad accusarlo di molestie sessuali. Il film, che si apre con una introduzione musicale a schermo nero che alla prima proiezione per la stampa a Cannes fece sì che qualcuno cercasse di raggiungere la cabina di proiezione per protestare, utilizza la forma musical per ribaltarne il senso. Il genere di evasione per eccellenza, che ebbe il suo apice a seguito della Grande Depressione del 1929, qui viene utilizzato per sottolineare una vicenda che volge verso la tragedia. L’utilizzo poi di ben 100 camere posizionate sui set in cui avvenivano le scene di canto e di danza hanno consentito una sperimentazione in fase di montaggio mai tentata in precedenza. 
Dancer in the Dark sarà al cinema dal 9 all'11 giugno.

DOGVILLE (2003)

Con l’inizio di una nuova trilogia il regista danese si sbarazza definitivamente del Dogma togliendosi di dosso almeno una delle accuse che gli provengono dai detrattori: quella di un manierismo ormai sterile. L’operazione di depurazione coinvolge anche il set che diviene un enorme studio che contiene un villaggio i cui edifici sono segnati solo dal loro perimetro sul pavimento e da qualche oggetto o arredo costantemente a vista. È in questo spazio, che impone a chi guarda un non indifferente lavoro di immaginazione, che si svolge una vicenda in cui un’iniziale accoglienza e progressive pretese finiscono con produrre una reazione. Il primo film con un cast internazionale di altissimo livello all’epoca ebbe un trailer (tuttora visibile in rete) in cui gli interpreti si esprimevano in una sorta di confessionale. La sintesi la faceva Ben Gazzara che affermava: “Ti prometto Signore che non farò mai più un film con questo regista demente”. Lars von Trier appunto: prendere o lasciare.
Dogville sarà al cinema dal 2 al 4 giugno.

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