L'ESTETICA DI AQUAMAN, QUANDO L'ECCESSO È UNA VIRTÙ

Un film visivamente esagerato, paradossale ed esorbitante. Al cinema.

Giuseppe Fadda, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema, lunedì 7 gennaio 2019 - Scrivere di Cinema

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Jason Momoa (Joseph Jason Namakaeha Momoa) (44 anni) 1 agosto 1979, Honolulu (Hawaii - USA) - Leone. Interpreta Arthur Curry / Aquaman nel film di James Wan Aquaman.

Da L'uomo d'acciaioin poi, quasi tutti i film della DCEU sembrano aver seguito una precisa linea stilistica votata ad un'estetica cupa, buia e fredda, vicina, per continuità, anche alla trilogia di Batman di Christopher Nolan Invece James Wan regista di Aquaman (guarda la video recensione) sceglie di prendere una direzione diametralmente opposta: anziché tentare di edulcorare gli aspetti più "incredibili" del supereroe per avvicinarsi ad un tono più realistico, sceglie di abbracciare completamente il suo lato più fantasioso, creativo e immaginario. È consapevole del fatto che Aquaman sia tra i supereroi più stravaganti e, concettualmente, uno dei più ridicoli e ci marcia, proponendo un'estetica artificiosa e kitsch.

Il rifiuto di Wan nei confronti del realismo si manifesta praticamente in tutte le componenti estetiche. Questo è immediatamente evidente per quanto riguarda costumi e scenografie.
Giuseppe Fadda, Vincitore del Premio Scrivere di Cinema

I primi sono splendidi e al tempo stesso deliziosamente bizzarri, in particolare l'abito-medusa di Mera, la corazza dorata di Aquaman e la tuta in madreperla di Atlanna. Danno ai personaggi un aspetto volutamente fumettistico e fantastico, quasi a voler ribadire il tono assurdo dell'intero film. E lo stesso vale per le scenografie - imponenti, maestose, originali e fantasiose.
Wan indugia spesso su inquadrature a campo lunghissimo per mostrare le ambientazioni di Atlantide allo spettatore, al quale non resta che guardare stupito e ammirato per la visione così peculiare e volutamente sopra le righe del regista. Accanto al ruolo di costumi e scenografie, è interessante anche l'utilizzo del CGI. Infatti, il ricorrere intenzionalmente e così frequentemente alla computer grafica diventa un altro mezzo utile a sottolineare il disinteresse di Wan nei confronti della veridicità.
L'estetica diventa, dunque, lo strumento originale con cui il regista afferma la sua volontà di non prendersi sul serio e di fare di Aquaman un film visivamente esagerato, paradossale ed esorbitante.

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