Brie Larson protagonista di una variazione ardita del primo King Kong. Da oggi disponibile su Infinity Première.
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1973. All'indomani del ritiro delle truppe americane dal Vietnam, due scienziati convincono Washington a finanziare una missione segreta alla scoperta di un'isola nel sud del Pacifico. Quando gli elicotteri superano la nube tempestosa che nasconde l'isola al mondo esterno, fanno ben presto conoscenza con un gigantesco gorilla, venerato come un dio e chiamato Kong.
L'incipit è spiazzante. In una sequenza ipercinetica un soldato americano e uno giapponese, nel 1944, finiscono paracadutati in un'isola misteriosa e il loro duello viene interrotto dalla mano gigante di Kong.
Delle tante anime che gli sceneggiatori hanno cercato di infondere, preponderante è il riferimento ad Apocalypse Now e alla ferita aperta dell'esercito degli Stati Uniti, la guerra in Vietnam.
Ritorna il cieco militarismo di chi ama il napalm (il personaggio di Samuel L. Jackson) come soluzione per i problemi suoi e dell'America, il pacifismo di chi vuole fotografare ciò che non ci vogliono mostrare (la fotoreporter di Brie Larson); il dropout integratosi con la giungla e con il suo Dio (John C. Reilly con Kong come Dennis Hopper con Kurtz) e infine il cacciatore-eroe di Tom Hiddleston, che si chiama Conrad.