IFFR 2025, TANTI NUOVI TALENTI DA SCOPRIRE IN QUESTA EDIZIONE DEL FESTIVAL DI ROTTERDAM

Dal 30 gennaio riparte un evento ricco di grandi scommesse, tra cui molti italiane.

Tommaso Tocci, mercoledì 29 gennaio 2025 - Festival

Per la sua cinquantaquattresima edizione, che prenderà il via il 30 gennaio e durerà fino al 9 febbraio, il festival di Rotterdam sembra aver trovato una certa stabilità dopo anni di grandi cambiamenti a livello organizzativo e identitario. Un’epoca si è chiusa, ma un’altra è certamente cominciata, sempre sotto la guida di Vanja Kaludjercic che è ormai in sella dal 2020.

Come sempre ci sarà anche un’interessante presenza italiana, spesso fatta di nuove voci, coproduzioni internazionali, e un cinema non banale che da noi fatica a farsi notare. E quindi oltre alle grandi firme di passaggio (Vermiglio, Il tempo che ci vuole, L’abbaglio, perfino U.S. Palmese, l’ultimo dei Manetti che da queste parti sono molto apprezzati) ecco opere come L’oro del Reno a firma di Lorenzo Pullega, che debutterà nella sezione Big Screen Competition: si tratta di una collezione di ritratti folkloristici e antropologici ad ambientazione fluviale in Emilia Romagna. 
 

Già intravisto a Venezia in Orizzonti, è da segnalare anche Wishing On a Star dell’ungherese Péter Kerekes, il quale però dichiaratamente vuole immergersi nell’universo cinematografico italiano e da noi ambienta una parabola magica e onirica su un’astrologa che spedisce i suoi clienti in viaggi in giro per il mondo in cerca di una rinascita.

Il programma di Rotterdam è così ampio che si rischia di perdersi, e allora è bene tenere a mente la sezione Harbour per avere un “porto sicuro”. Cinema di scoperta da tutto il mondo, in omaggio alla storia portuale della città, dove quest’anno troveremo le particolari tecniche di animazione di Balentes, realizzato da Giovanni Columbu, che guarda alla seconda guerra mondiale dalla prospettiva della Sardegna rurale, con due ragazzi che vogliono salvare i cavalli prima che vengano mandati a combattere. 
 

Un po’ d’Italia c’è anche in uno dei partecipanti più curiosi al concorso principale, la Tiger Competition: il regista Igor Bezinovic firma con Fiume o morte! un ritratto di D’Annunzio che mescola ricostruzione, invenzione e documentario tracciando la peculiare occupazione da parte del poeta della città di Fiume nel periodo immediatamente pre-fascista. Gli faranno compagnia nella sfida per il Tiger Award opere tutte da scoprire come il surreale First person plural del portoghese Sandro Aguilar, la meditazione sul lutto di Stefan Djordjevic nel suggestivo Wind, Talk to Me, l’ode a una città di Tears in Kuala Lumpur per la regia di Ridhwan Saidi e la Vienna della guerra fredda negli anni ottanta che sarà possibile assaporare grazie a Perla di Alexandra Makarová.

Tradizionalmente gli ospiti più famosi a IFFR sono impegnati in una serie di eventi e di discussioni, e per quest’anno ci saranno appaiati nomi come Cate Blanchett e Guy Maddin, Alex Ross Perry e Peter Strickland, Takashi Miike e la sua produttrice Misako Saka.

Nella sezione Limelight invece si potrà apprezzare una selezione del meglio dell’annata, che “riporta a casa” uno dei film più interessanti della scorsa Venezia (l’olandese Alpha.), mostra il grande cinema popolare francese (L’amour ouf e Il conte di Montecristo) e le firme autoriali francofone più graffianti (Maldoror del belga Du Welz e Miséricorde di Guiraudie), oltre ovviamente a capisaldi dell’anno appena trascorso come The Brutalist, Hard Truths e All we imagine as light.

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