RICOMINCIO DA NOI, UN ATTO DI FEDE, UN SALTO NEL VUOTO PER POTER RICOMINCIARE

Richard Loncraine racconta quella terza età che può diventare una seconda adolescenza e si inserisce in un filone già ben avviato. Al cinema.

Francesca Ferri, mercoledì 7 marzo 2018 - Focus
Imelda Staunton (Imelda Mary Philomena Bernadette Staunton) (68 anni) 9 gennaio 1956, Londra (Gran Bretagna) - Capricorno. Interpreta Sandra nel film di Richard Loncraine Ricomincio da noi.

Dopo anni di una vita a due per cui si è speso più di una gioventù per costruirla, ci si può rendere conto che l'altro non è quello che si credeva che fosse o non più. Il tempo è impietoso e il matrimonio, che si credeva di granito, si rivela un fragile cristallo pronto a esplodere in mille schegge. Allora si può continuare a far finta di niente, sopportando gli ennesimi affronti, difetti e menzogne pur di salvare le apparenze o decidere di appiccare l'incendio una volta per tutte e ricominciare da una pagina bianca. Così, quando Sandra scopre che suo marito, campione di tennis e di rispettabilità, la tradisce da anni con una presunta amica, cerca rifugio a casa della sorella Elizabeth, detta Bif, che non vede da tanto tempo. L'enorme villa nella ricca campagna inglese era diventata un'inutile gabbia dorata a cui preferire la piccola ma accogliente casa nel popolare nord di Londra insieme all'amica troppo a lungo trascurata.

Richard Loncraine firma una commedia romantica che oscilla tra feel good movie e cinico ritratto della vecchiaia dallo humour britannico garantito dal brillante trio Imelda Staunton (Sandra), Celia Imrie (Bif) e Timothy Spall (Charlie).
Francesca Ferri

Il regista di commedie come Wimbledon (2004) o Viaggio d'estate (2009) racconta, questa volta, quella cosiddetta terza età che può diventare una seconda adolescenza, una seconda possibilità per vivere o rivivere la vita con più spensieratezza. Attraverso la storia di Sandra, Loncraine riflette su come il tempo gravi sulle forme fisiche di una donna che conserva uno spirito più giovane del suo corpo, su come il tempo logori qualsiasi rapporto e sconvolga i sentimenti a suo piacimento. Di fronte a figli, nipoti, case e averi, la nostalgia di un passato felice prevale, la malinconia nel vedere ciò che è stato e mai più sarà assale Lady Abbott che in un istante si ritrova semplicemente Sandra.

In foto una scena del film Ricomincio da noi.
In foto una scena del film Ricomincio da noi.
In foto una scena del film Ricomincio da noi.

Ma Loncraine vuole piuttosto dimostrare come qualsiasi persona in un momento critico della propria vita riesca infine a trovare nella disperazione la forza di rialzarsi, compresa la debole Sandra che per una vita si è riparata dietro l'immagine di perfetta madre e moglie di un uomo che per un nuovo décolleté ha distrutto il suo matrimonio. Finding Your Feet è, appunto, il titolo originale che significa riambientarsi, ritrovare se stessi e riprendere il controllo della propria vita troppo a lungo ceduto a qualcun altro. Attraverso le tortuose vie di solitudine, nostalgia e sconforto, la vecchiaia può infine rivelarsi invece quel tempo da dedicare a se stessi una volta che tutto è già stato compiuto. Ritornare giovani senza i problemi e le incertezze della gioventù è, in fondo, il regalo del tempo in cui sentirsi finalmente liberi di scegliere come vivere.

"Ci vuole un atto di fede, un salto nel vuoto", ricorda Bif a Sandra che fa sue le preziose parole dell'amica. Una prova di coraggio, dunque, che spesso le donne sono più inclini degli uomini a intraprendere.
Francesca Ferri

Ce lo ricorda anche la recente commedia francese di Blandine Lenoir, 50 primavere (guarda la video recensione), storia di una cinquantenne in piena crisi di mezz'età, separata dal marito e in procinto di diventare nonna mentre perde il lavoro, a cui casualmente l'incontro di un amore di gioventù offre la possibilità di ricominciare. Dunque, un incontro, una rivelazione o un trauma possono alterare l'ordine del tempo e sconvolgere le vite che ci affanniamo a programmare. Le arti in ogni loro forma sembrano, pertanto, offrirsi come ancora di salvezza delle anime in cerca di sé.

Nella vita disordinata dell'eccentrica e hippy Bif, il ballo è l'appuntamento immancabile, linfa vitale di un'età in cui poter godere dei momenti con più intensità e consapevolezza. Così, Sandra inizialmente chiusa nei suoi cappotti dai colori pastello e sui suoi tacchi alti viene trascinata dall'amica alla sua classe di ballo in cui incontrerà Charlie. Per Imelda Staunton, vincitrice di tre Laurence Olivier per i musical "Into the woods" (1991), "Sweeney Todd" (2013) e "Gipsy" (2016), non poteva che essere la musica la via d'uscita dalla sua malinconia. Nonostante Loncraine lasci Staunton esibirsi solo in brevi scene, a passo di danza, Sandra ritrova la gioia di vivere, ricominciando così a sorridere, sognare, amare.

Non stupisce che la creatività sia il fiume Lete da attraversare per reincarnarsi in altri corpi per nuove vite. Il potere della musica per superare la paura della morte è già stato raccontato da film come Quartet (2012) di Dustin Hoffman, in cui Reggie e Jean, famosi musicisti in pensione in una prestigiosa casa di riposo inglese scoprono durante un concerto in omaggio a Verdi che l'età non impedisce una nuova vita, e forse l'amore. Allo stesso modo la musica permette di rovesciare la clessidra del tempo e ritrovare la giovinezza perduta in Youth (2015) di Paolo Sorrentino, che racconta come dopo la drammatica fine di Mick, l'amico Fred ritrovi la voglia di suonare le sue "Canzoni Semplici" a Buckingham Palace e un nuovo senso della vita.

Ritornare sui propri passi incrociando quelli dell'altro per cercarne di nuovi insieme, dunque, è il ritmo della classe di ballo di Loncraine che risuona come un Marigold Hotel, la commedia di John Madden che conduce un gruppo di anziani inglesi nell'esotica India alla ricerca di un nuovo viaggio, dentro di sé e al di là. Perché mettersi in scena dietro nuove maschere è un po' come avventurarsi all'altro capo del mondo: la scommessa dell'io immerso nel fiume del tempo.

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