Mentre attraversavamo Londra, non molto tempo fa, ci siamo fermati all'incrocio tra Grove End Road e Abbey Road. Anche se era sera, c'era ancora una trentina di persone, per lo più turisti, che gironzolavano intenti a scattarsi reciprocamente foto su quelle strisce pedonali. La maggior parte di loro non era neanche nata l'8 agosto 1969 quando, mentre Space Oddity, il primo successo di
David Bowie cominciava a scalare le classifiche, Iain Macmillan scattò la sua iconica fotografia dei Beatles. In una sola immagine egli fissò non solo il gruppo e il loro studio di registrazione, ma creò contestualmente un punto di riferimento e una metafora per il viaggio culturale che i Beatles offrivano alla gente di tutto il mondo.
Per
Bowie non esiste una località unica equivalente. La targa inaugurata nel 2012 in Heddon Street per commemorare la nascita di Ziggy Stardust riguarda solo una parte della sua carriera, ed è arrivata quarant'anni dopo l'evento. Inoltre, il centro di Londra è cambiato molto nel corso dell'ultimo mezzo secolo. La condizione di forte espansione della capitale come città globalizzata riflette e testimonia i profondi cambiamenti che si sono verificati dai tempi della Soho di
Bowie
David Bowie è uno degli artisti di maggior rilievo degli ultimi cinquant'anni. Viene citato come fonte d'ispirazione per numerosi artisti e designer contemporanei e riconosciuto come uno degli artisti più innovativi. È stato in prima linea nella rivoluzione della libertà di espressione individuale e ha venduto oltre 140 milioni di album. Di conseguenza, viene spontaneo definirlo come il musicista più importante della sua generazione, ma l'impatto della sua musica, del suo stile visivo e della sua presenza pubblica è andato oltre. La sua influenza nel vasto ambito dei concerti, della moda, dell'arte, del design e delle politiche identitarie continua a plasmare la cultura contemporanea nel suo senso più ampio.
Nei decenni dopo il 1945 un vigoroso spirito progressista è stato promosso da artisti come
Bowie, che hanno canalizzato l'avanguardia in una tendenza dominante populista senza comprometterne la forza sovversiva e liberatoria.
Bowie rappresenta un legame che collega Andy Warhol, Bertolt Brecht, William Blake, Charlie Chaplin, Antonin Artaud, Salvador Dalì, Marlene Dietrich, Philip Glass, Nietzsche, il glamour di Hollywood, il design, gli zatteroni, il cinema, la musica, Kurt Weill, Berlino, New York, Londra, Alexander McQueen, le Olimpiadi di Londra 2012, Jim Henson, gli atterraggi sulla luna, Kansai Yamamoto, Kate Moss e Marshall McLuhan.
Centinaia di migliaia di parole sono state scritte su
Bowie in molte lingue, da considerazioni prudenti a risposte intuitive, e anche parole di rabbia e risentimento. Esistono già diverse biografie pubblicate, e continuano a uscire libri che analizzano la carriera di
Bowie indagandola nel minimo dettaglio. Nessuno di essi però ha illuminato e scavato in profondità nel The David Bowie Archive. È stata questa eccezionale collezione, accortamente accumulata nel corso degli anni e che attraversa l'intera carriera di
Bowie che ha tracciato la rotta per il presente libro e per la mostra del Victoria and Albert Museum. Entrambi cercano di collegare l'arte e la musica di
Bowie attraverso reperti come costumi oppure film, alla più ampia narrazione culturale rappresentata dalle collezioni del Museo.
Il catalogo musicale di
Bowie, insieme al suo archivio, ci fornisce materiale fantastico per un'esposizione, ma solo in parte riesce a spiegare il ruolo iconico e la condizione di crescita continua dell'artista. La restante parte del quadro si trova nei cambiamenti del mondo intorno a noi e in noi stessi, il suo pubblico.