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Keira Knightley, la forza della leggerezza
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Occhi ardenti e allure aristocratico, Keira Knightley esordisce nel 1999 con un inganno. Doppio e ancella di Natalie Portman nella galassia stellare di George Lucas (Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma), ha sedici anni e la stoffa della regina. Ma Naboo non è il suo regno. La somiglianza con la Portman, di pochi anni più vecchia di lei, è tuttavia la chance per entrare a 'corte', fare un giro di valzer e sedurre Hollywood. Il suo dominio è di là da venire e verrà, oltre i confini del mondo e bagnato da un mare di effetti speciali.

Soccer-player o centauro, rossetto rosso accesso o smokey eyes, Keira Knightley chiusa dentro al suo trench, sfida la pioggia di Londra indossando con eleganza i personaggi più complessi e gli abiti più elaborati.

di Marzia Gandolfi

Dopo aver scartato Beckham nella commedia calcistica di Gurinder Chadha (Sognando Beckham), approda a Port Royal e anima la saga di Gore Verbinski (Pirati dei Caraibi). Con buona pace di Padmé Amidala, Keira Knightley non è più un abbaglio e tiene testa in mare aperto a un pirata maldestro e a un fabbro gentile. Se la Portman di Star Wars si batte per la democrazia con la forza e l'ordine Jedi, la Knightley naviga a vista nell'anarchia e nei marosi, assediata da pirati e capitani coraggiosi. Sedotta da Johnny Depp e amata da Orlando Bloom, la sua Elizabeth salpa alla ricerca della 'perla nera' e di un posto al sole. Un posto che vuole con ostinazione da quando aveva sette anni e i pantaloncini corti. Perché l'attrice britannica preferisce i jeans alla sottana e le eroine indisciplinate alle principesse addomesticate.

Dotata di una bellezza fragile e misteriosa, Keira Knightley mette il suo mistero al servizio di personaggi intraprendenti, giovani donne moderne che anche in crinolina si prendono il loro tempo. Tempo per emanciparsi dalle imposizioni culturali e sociali, tempo per ascoltare la propria anima ribelle e piombare il proprio regno nel caos. Da Elizabeth Swann (Pirati dei Caraibi) a Elizabeth Bennet (Orgoglio e pregiudizio), da Cecilia Tallis (Espiazione) a Anna Karenina (Anna Karenina), da Joanna Reed (Last Night) a Greta (Tutto può cambiare), è corpo d'elezione di un conflitto di impulsi. Trionfo di ambivalenza tra istintualità e temperanza, David Cronenberg le affida il ruolo di Sabina Spielrein (A Dangerous Method) e scava la superficie del suo volto e della sua infrangibile compostezza formale. Paziente di Carl Gustav Jung e poi psicanalista, la Sabina di Keira Knightley non si limita a fungere da motore per il ripensamento delle teorie junghiane e freudiane, ma diviene lei stessa lo spazio nervoso e muscolare per una reinvenzione del sé. Ancora una volta 'contesa' e fiera tra da due uomini, Viggo Mortensen e Michael Fassbender, la sua frequentazione innesca dinamiche incontrollabili che fanno il paio con quelle tragiche di Anna Karenina, divisa tra un ufficiale impetuoso e un marito moderato e moderante.

Magnifica ossessione di Matthew Macfadyen (Orgoglio e pregiudizio) e James McAvoy (Espiazione), il suo fascino andro-chic spiazza i parametri che determinano il successo di un'attrice sugli schermi (americani). Femme-enfant gracile dietro agli occhi grandi e la mandibola volitiva, Keira Knightley suscita un'emozione erotica che passa più per il cuore che per la pancia. Maschiaccio mancato si trasforma sullo schermo (o dietro l'obiettivo) in una giovane donna radiosa, esplicitando il 'passaggio' nell'ultima notte di Massy Tadjedin, dove abbandona una tuta informe per un abito nero. Abito che 'prevede' aperture per facilitare il passo e il desiderio di Guillaume Canet. La volontà di ferro contraddice e compensa una magrezza che i media dichiarano eccessiva e che lei rimbalza con la faccia tosta di un Huckleberry Finn lanciato contro la coscienza viziata della società che lo ha cresciuto. Così rivendica il suo seno piccolo contro l'insolenza del décolleté giunonico e il photoshop di King Arthur che la ritocca (sull'affiche) e disorienta. Ma è solo un attimo perché Keira salta sulla moto cipria di Chanel e dimostra che con le 'curve' ha dimestichezza nonostante le forme accennate.

Baluardo suo malgrado della donna skinny, dal 2007 diventa la musa luminosa di Chanel. La celebre maison concilia il fascino brit con l'essenza francese, la bellezza minimale con la freschezza dell'umore, nominandola testimonial di 'Coco Mademoiselle', una fragranza di rosa, mimosa e ciclamino. Un profumo che esalta il carattere di giovani donne che il principe non lo attendono a casa ma lo raggiungono a cavallo di una moto. 'Interprete' dell'alta gioielleria Chanel in Anna Karenina o protagonista nel corto di Karl Lagerfeld, che celebra il centenario dell'apertura della prima boutique Chanel, la Knightley guadagna al suo corpo esile un'anima bon-ton che non conosce eccessi e artifici.

Soccer-player o centauro, camicette romantiche o giacche arricciate, rossetto rosso accesso o smokey eyes, Keira Knightley ha una silhouette flessibile come un giunco che divide il pubblico e indossa con eleganza anche i personaggi più complessi e gli abiti più elaborati. Chiusa dentro al suo inseparabile trench, l'attrice inglese sfida la pioggia di Londra e 'incarna' oggi il suo ruolo più bello: la mamma di Edie. Un amore "incredibile e primordiale" custodito e accarezzato sul divano di Everest.

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