IL LUNEDÌ DEL CINEMA: ONLINE IL 14 LUGLIO LA RAGAZZA SENZA NOME, IL NOIR VISTO DAI FRATELLI DARDENNE

Repubblica e MYmovies in collaborazione con BiM presentano il film con Adèle Haenel presentato in Concorso al Festival di Cannes, storia di una giovane dottoressa ossessionata da un misterioso omicidio. Da vedere insieme su MYmovies ONE dalle 20:00 a mezzanotte. PRENOTA GRATIS UN POSTO »  

Alberto Libera, martedì 8 luglio 2025 - mymoviesone

La ragazza senza nome, presentato in Concorso al Festival di Cannes, è l’ennesima, geniale incarnazione del cinema poetico-sociale dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne – registi che hanno contribuito a tracciare una nuova forma di realismo cinematografico, come mostra una filmografia maiuscola che va dalle Palme d’Oro di Rosetta (1999) e L’Enfant – Una storia d’amore (2005) fino a Il figlio (2002) e Due giorni, una notte (2014).

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Protagonista è Jenny Davin (un’intensa Adèle Haenel), giovane dottoressa che dirige una clinica popolare a Liegi. Quello che all’inizio sembra un gesto insignificante – ignorare il campanello fuori orario – si trasforma ben presto in tragedia quando Jenny scopre che quella poteva essere l’ultima chiamata d’aiuto di una ragazza morta poco dopo.

Da questo evento emergono contrapposizioni profonde: senso di colpa e volontà di riparazione, esitazione e determinazione, distanza emotiva e partecipazione attiva. Ma Jenny non si limita a dare un nome alla vittima; decide invece di restituirle dignità, immergendosi nelle pieghe di una comunità segnata da profonde fragilità morali e sociali.

In foto Adèle Haenel in una scena del film La ragazza senza nome.

Fedeli al loro stile asciutto, i Dardenne adottano un linguaggio fatto di camera mano, illuminazione naturale e un’assenza totale di colonna sonora: un dispositivo che spoglia i gesti dei loro significati superficiali, svela verità inconfessabili e restituisce al racconto una schiettezza asciutta e priva di ornamenti.

Sebbene nel tono si avverta una leggera virata verso il noir – con Jenny che assume i panni di un’investigatrice alle prime armi – il cuore del film rimane il dolente ritratto di un’umanità derelitta: pazienti in difficoltà, migranti e persone emarginate.

Il procedere della narrazione testimonia la complessità di uno sguardo attento e misurato, che si astiene dal giudizio per farsi invece veicolo di una rappresentazione autentica, capace di restituire tanto la dignità quanto la fragilità della condizione umana. Adèle Haenel dona a Jenny una personalità complessa e sfaccettata, trattenuta ma vibrante: un’eroina dardenniana che assume sempre maggiore consapevolezza di sé e del suo ruolo pur mantenendo un margine di ambiguità che rende indecifrabili i suoi desideri e problematiche le sue relazioni (come quella velata con lo stagista Julien).

In foto una scena del film La ragazza senza nome.

Così, La ragazza senza nome rifiuta ogni compiacimento emotivo e affida al rigore dello sguardo una forma di compassione sobria, essenziale e spogliata da ogni facile redenzione.

Insensatamente accolto con qualche riserva, il film conferma i Dardenne come maestri di un cinema civile, capace di scavare con rigore e umanità nei meandri della cieca apatia morale del presente.

Un’opera minimale e silenziosa, ma dotata di una potenza straordinaria e capace di interrogare lo spettatore su etica, memoria e giustizia.

Il Lunedì del Cinema è un'iniziativa a cura di Repubblica e MYmovies per il cinema di qualità in streaming. Una sala cinematografica virtuale pronta ad accogliere gli iscritti di MYmovies con una selezione ricercata di titoli da vedere (o rivedere) insieme dalle 20:00 a mezzanotte.

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