LA STAGIONE 2 DI EUPHORIA SPOSTA ANCORA PIÙ IN ALTO L’ASTICELLA DELL’AMBIZIONE (E DELLA PROVOCAZIONE)

Più onesto di SKAM, più cattivo di Nudes, più crudo di Skins. A due anni dalla prima scioccante stagione, torna con otto nuovi episodi la serie cult sugli adolescenti con Zendaya e Hunter Schafer. Disponibile in streaming su NOW. GUARDA ORA »

Ilaria Ravarino, martedì 25 gennaio 2022 - NOW
Zendaya (Zendaya Maree Stoermer Coleman) (27 anni) 1 settembre 1996, Oakland (California - USA) - Vergine.

Il primo episodio è stato visto, lo scorso 10 gennaio, da 2,4 milioni di spettatori, miglior esordio di sempre sulla piattaforma HBO Max, trasmesso in contemporanea negli Stati Uniti e in Italia. A due anni di distanza dalla prima, scioccante stagione, in streaming su NOW arrivano le otto nuove puntate di Euphoria, la cruda serie sugli adolescenti scritta e diretta dal 37enne figlio d’arte Sam Levinson (il padre è Barry Levinson, Oscar per Rain Man), che nel 2019 mostrò ai genitori d’America, e non solo, il lato oscuro dei loro “bambini”.
 

Cronaca di un successo (annunciato)
Più onesto di SKAM, più cattivo di Nudes, più crudo di Skins. Oscuro. Crudele. Tossico come la sua protagonista, l’adolescente Rue Bennett (Zendaya), schiava degli oppiacei a 17 anni, sbandata e sbandante per tutta la prima stagione e tornata, nella seconda, ad avere un serio problema di dipendenza. È un mondo di ragazzi interrotti quello portato in scena da Euphoria, fragili e dipendenti da Vicodin, alcool e sesso, che ha letteralmente travolto, col suo linguaggio esplicito, cliché e tabù sulla rappresentazione dell’infanzia sul piccolo schermo. Droga, nudità frontale e violenza, un approccio molto poco romantico alla depressione e alla solitudine, ma anche una straordinaria capacità di raccontare – nei temi, nei toni, nel look - la fluidissima generazione “Z”.

Un fenomeno esploso anche agli Emmy, che nel 2020 hanno consacrato Zendaya rendendola la più giovane attrice a ritirare il premio, ma soprattutto una serie che nonostante l’irritazione delle associazioni dei genitori (in America la Parents Television Council) è riuscita a diventare di culto fra i giovanissimi, virale su Tik Tok e in radio (con il brano All for Us, del rapper inglese Labirinth con Zendaya).
 

Zendaya e Hunter: le perle
Ad alimentare l’esplosiva onda d’urto di Euphoria c’è, anche nella seconda stagione, un cast perfettamente in parte, a cominciare da Zendaya (nome intero Zendaya Maree Stoermer Coleman), reclutata a 24 anni da Levinson un attimo prima di fiorire in Malcolm & Marie e Dune.

Ballerina, cantante e attrice, sotto contratto con Disney dall’età di 16 anni, madre di origini tedesco-scozzesi e padre afroamericano, Zendaya in Euphoria si esalta, balla e si sballa, sublimando in fiction ciò che altre stelline Disney prima di lei – Lindsay Lohan, Britney Spears – hanno provato drammaticamente sulla propria pelle.

Accanto a lei un’altra perla, l’attrice transgender 22enne Hunter Schafer, già modella per grandi marchi della moda (presto con John Malkovich in Cuckoo di Tilman Singer), che nella serie incarna Jules, amica e interesse romantico di Rue, a sua volta segnata da un percorso di depressione e autolesionismo. Un personaggio che incarna, dentro e fuori dalla finzione, il diritto di essere ciò che si vuole, indipendentemente dal corpo attribuito dalla natura o dalle convenzioni sociali del proprio gruppo d’appartenenza.
 

La nuova stagione
Ed è chiaro fin dai primi, brutali minuti del primo episodio, che la seconda stagione di Euphoria intende ancora provocare, spostando più in alto l’asticella dell’ambizione.

La storia riprende esattamente là dove era stata lasciata, con Rue ricaduta nell’inferno di una dipendenza che tiene nascosta a Jules. Con loro tornano, con il relativo carico di problemi esistenziali, anche le sorelle Lexi (Maude Apatow) e Cassie (Sydney Sweeney), lo spacciatore Fez (Angus Cloud), la famiglia disfunzionale di Cal (Eric Dane) e Nate (Jacob Elordi), oltre a un nuovo personaggio, il turbolento Elliot (Dominic Fike), che comporrà un pericoloso triangolo con Rue e Jules.

A fare da sfondo agli eventi – sempre punteggiati da una colonna sonora Spotify-friendly - la cittadina fittizia di East Highland, in California, e il liceo frequentato dai protagonisti, dove Rue consuma e scambia droga in preda a crisi di astinenza sempre più gravi e furiose.

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