Roberto Saviano, nelle pagine de 'La paranza dei bambini', avverte che la paranza è il nome di quelle barche che vanno a caccia di pesci da ingannare con la luce. Con metafora letteraria ci suggerisce che questi pesci - pesci piccoli, pesci di poco conto, buoni al massimo per fare la frittura - sono paragonabili ai ragazzini napoletani che, accecati dal successo, intontiti dalla gloria fugace di un momento che scappa subito via, cedono alle lusinghe del potere. E nel capoluogo campano spesso capita che, per ottenere e mantenere il potere, ci sia bisogno di sporcarsi le mani. La storia criminale di questa città insegna che è necessario abbracciare una vita che non lascia spazio a cedimenti sentimentali.

Ne La paranza dei bambini, da oggi disponibile nel catalogo di TIMVISION, Giovannesi racconta quanto sia difficile e complicato crescere quando la spensieratezza e le esigenze adolescenziali devono convivere con una sete di conquista che sembra non arrestarsi mai. In un film tanto brutale quanto delicato si mostra l'innocenza perduta di un gruppo di ragazzi irrimediabilmente compromessi.

Visti i nomi in ballo e vista l'ambientazione, si potrebbe credere che La paranza dei bambini sia una sorta di spin-off cinematografico di Gomorra. Niente di più sbagliato anche se è inevitabile che tra le due opere ci siano alcuni punti di contatto. Nel film di Giovannesi al centro della scena ci sono sei quindicenni che, pur provenendo da famiglie dignitose, pur facendo parte di contesti sociali non degradati e inclini alla delinquenza, decidono che ciò che hanno non gli basta. Vogliono il lusso, ambiscono al denaro, desiderano ottenere degli status symbol che, per condizione economica e culturale, sono loro preclusi.

Si dipana da queste premesse la trama de La paranza dei bambini. Gli inseparabili Nicola, Tyson, Biscottino, Lollipop, O'Russ e Briatò partono alla conquista del Rione Sanità sfruttando la momentanea debolezza della camorra in quella zona. Scoperte le armi, scoperta la droga, scoprono il senso di onnipotenza che i soldi possono dare. In un crescendo di situazioni al limite, inframmezzate dalle romanticherie di relazioni adolescenziali piene di ingenuità, si fa spazio la consapevolezza che la vita e la morte sono legate da un filo sottilissimo. Si comprende soprattutto che l'innocenza non esiste, che le regole del gioco sono complicate, terribili, pure per chi le impone. Tutto brucia, tutto diventa cenere in un mondo che si consuma velocemente tra le sue fiamme.

Diretto da Giovannesi con grande equilibrio e senso del ritmo, il film è impreziosito dalla fotografia di Daniele Ciprì. Opera di notevole spessore, La paranza dei bambini ha ricevuto un'ottima accoglienza da parte della critica. Lo conferma l'Orso d'Argento per la Migliore Sceneggiatura conquistato alla 69esima edizione del Festival del Cinema di Berlino. A rendere ancora più interessante il film è la giovane età dei suoi interpreti, tutti alla prima esperienza cinematografica. Tra i nomi del cast merita una menzione speciale Francesco Di Napoli, volto di Nicola, protagonista indiscusso di questo riuscito adattamento del libro di Saviano.