STARE SEMPRE DALLA PARTE DEI GIOVANI. UN IMPULSO CHE VIENE DAL CUORE

L’affaire Flotillia è il film di questa settimana. Protagonista è una passione giovanile che è ritornata per esplodere letteralmente nelle vie e nelle piazze delle città. Pino Farinotti ce la racconta anche attraverso il cinema.

Pino Farinotti, domenica 5 ottobre 2025 - News

Flottillia. Da settimane quel titolo è il “film” di gran lunga più frequentato dalla gente di tutte le fasce. Nessuna piattaforma può permettersi di ignorarlo. Gli aspetti di questa vicenda sono infiniti, occorre fare una scelta. Quella di MYmovies sono i giovani. Anche in questo caso i film tornano utili, nei vari decenni sono molti i titoli che hanno raccontato la protesta giovanile. Alcuni presentano contenuti profondi, magari profetici. 

La chinoise (1967 Jean-Luc Godard). Il regista mette in bocca ai giovani del film parole e concetti rivoluzionari, quasi un copia-incolla, usati dai ragazzi europei, un anno dopo. E le azioni che compiono sono la conseguenza, magari violenta di quelle idee. Quel francese geniale aveva già capito tutto del clima storico a venire.  

Easy Rider - Libertà e paura (guarda la video recensione) (1969 Dennis Hopper). L’autore trasferisce la ribellione verso la civiltà ormai esausta e senza progetti, nel cinema. È uno dei profeti della cosiddetta New Hollywood, e racconta la tensioni della cultura hippy, senza ignorare la diffusione delle droghe fra i giovani.

Fragole e sangue (1970 Stuart Hagmann). Titolo simbolo dei movimenti studenteschi americani. Nella sequenza finale gli studenti cantano in coro "Give Peace a Change" ("Dà una chance alla pace") di John Lennon, prima di essere attaccati dalla polizia.
 

Zabriskie Point (1970 Michelangelo Antonioni). Un ragazzo e una ragazza, che contestano la cultura dominante, si incontrano nel deserto dell’Arizona. Dovranno affrontare la polizia e le forze che si oppongono al loro ideale. Anche qui, indimenticabile la sequenza finale dove i libri, testimoni di una cultura superata, vengono distrutti da un’esplosione. 

Fra i “film” che passano, fra le sequenze reali dei network, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ho visto quelle tende che gli universitari, una fascia sempre decisiva, hanno disposto negli spazi della Statale di Milano, della Sapienza di Roma e dell’Università di Firenze. È un segno di adesione potente. Le ricordo quelle tende.  
 

Tutta roba che conosco bene per ragioni di anagrafe e di appartenenza. Sono figlio del Sessantotto. Ero proprio lì, alla Statale, e i sentimenti di quella stagione sussistono, seppure lontani. Il Sessantotto nel tempo ha disatteso quasi tutte quelle eroiche promesse di cambiamento del mondo, in un’evoluzione e con delle variabili che poi avrebbero prodotto una trasformazione che avrebbe tradito gli intenti ideali e pacifici dello “stato nascente”. Allora ne presi atto, e non mi piaceva.   

Ma propongo un’istantanea di chi conosceva alla perfezione quel movimento ed è ben più autorevole di me. Un copia-incolla del saggio sul Sessantotto di Francesco Alberoni.

“L’ondata di rinnovamento culturale americano ed inglese arriva in Italia nel 1966-67 con la musica dei Beatles e una grande voglia di vivere, di divertirsi. La metà degli anni ‘60 ha visto nascere le più belle canzoni italiane, i più famosi locali notturni, stupendi film. Giovani e meno giovani hanno avuto una vera e propria esperienza di rinnovamento, di rinascita. Questa fase dei movimenti giovanili in Italia ha assunto il nome di beat generation e di capelloni. Nascono dovunque discoteche, i locali piper. Fra alcuni giovani del nord - non nelle università, fra la gente comune che lavora e che viaggia - si diffondono la musica di Joan Baetz, Bob Dylan, le poesie di Ferlinghetti, Ginsburg e Kerouac, la libertà sessuale, generando un’atmosfera di fermento creativo, di gioia, di entusiasmo, di speranza quale non si era mai visto prima. I giovani nello stato nascente del loro movimento vivono quella che abbiamo descritto come esperienza fondamentale: movimenti, il senso di un rinnovamento radicale in cui trionferà la verità, la sincerità, la giustizia, la felicità

Ma poi prende atto dell’evoluzione morale, sostanziale e ideologica.

“…Prima c’erano i beatnick i capelloni allegri, irridenti, hanno immagini di Walt Disney colori psichedelici. Il movimento studentesco irrompe con le immagini del Che Guevara, di Fidel Castro, Marx, Lenin e Mao Tze Tung. In pochi mesi le componenti hippy, ludica, situazionista vengono sconfitte e il movimento viene totalmente egemonizzato dal marxismo rivoluzionario. Al posto dei Beatles e di Jaon Baetz subentrano gli inni anarchici, bella ciao e bandiera rossa.”

La parte buona e iniziale di quegli anni è stata assunta dai giovani di adesso che nella vicenda della Global sumud Ftottillia hanno trovato una ragione di protesta, che è letteralmente esplosa nelle vie e nelle piazze delle città. È opportuno definire “sumud”. Significa resistenza o perseveranza a oltranza, un valore del popolo palestinese affermatosi durante la guerra dei sei giorni del 1967 in risposta all’oppressione israeliana. La straordinaria iniziativa creata dalla flottilla, che non ha precedenti nella storia recente, nel suo “stato nascente” – per insistere sulla definizione di Alberoni – era qualcosa di dovuto, poteva essere inteso come sentimento romantico ed eroico. Poi, con l’assalto della politica e degli schieramenti è diventato fonte di divisione e polemica, anche queste letteralmente esplose.  

Le due fazioni si confrontano su tutte le reti ogni minuto. Una lite continua dove i gruppi non si avvicinano l’uno verso l’altro neppure di un millimetro. Stucchevole.

Qualcuno dice è un’overdose di entusiasmo eccessiva che non può durare. La politica ha portato i suoi argomenti, che ritiene legittimi, rispetto al significato generale della lotta della flotillia, che si è allargato in varie modalità: la politica, l’ideologia, la propaganda, la finalità. Ma dall’altra parte c’è la gente, giovani anziani, donne, uomini. Alberoni (ancora) diceva “quando si muove il popolo il segnale è travolgente, non si smorza.”

Torno al tema iniziale dei giovani. Certo che mi identifico, come potrei dimenticare quegli anni quando ero forte, sano, pieno di speranze. La passione giovanile di allora mi porta a considerare l’affaire Flotillia, una cosa buona. Un impulso che viene dal cuore, e che sta, come si dice, alla prima impressione.  

ALTRE NEWS CORRELATE
NEWS
lunedì 13 ottobre 2025
Il film cult di Zemeckis celebra quattro decenni di viaggi nel tempo in una nuova versione restaurata 4K. Vai all'articolo »
NEWS
domenica 12 ottobre 2025
Scompare a 79 anni la star premio Oscar per Annie Hall. Vai all'articolo »
NEWS
Roberto Manassero - giovedì 9 ottobre 2025
Dalla Danimarca, Spagna e Francia quattro titoli da non perdere. Si comincia con PrisonerScopri tutte le serie »