Un (auto)ritratto in forma di confessione del decano dell’underground italiano. Presentato alle GdA, in streaming fino al 13 settembre.
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Una vita ad occhi aperti, gettata nel presente, con le mani sempre sulla macchina da presa e gli occhi sul visore. Spesso sorridendo, come un adulto che torna bambino nel fare quello che ama. Tonino De Bernardi, classe 1937, autodidatta della settima arte, pioniere dell’underground. Dal 1967 a oggi ha girato ininterrottamente, autoproducendosi, quasi un film all’anno “con tutti i mezzi”.
Il suo è cinema low low budget, nomade, estemporaneo, spesso familiare.
Il torinese Daniele Segre, a sua volta alfiere del cinema indipendente italiano, coglie l’occasione di una sua visita e filma l'amico di Chivasso De Bernardi in una candida confessione, che ne rivela il tratto giocoso, anarchico.
Il risultato è un documento affettuoso, che con coerente semplicità ne assevera l’originalità delle pratiche, un invito da seguire per approfondirne il percorso unico, tutto ai margini e controcorrente.
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