FORTUNA, UNA FAVOLA NERA IN EQUILIBRIO FRA HORROR E FANTASCIENZA

Nicolangelo Gelormini esordisce nel lungo con un film ispirato a tragici fatti di cronaca nera, ridondante nella forma ma genuino nelle intenzioni. Presentato alla Festa del Cinema di Roma e prossimamente al cinema.

Paola Casella, lunedì 19 ottobre 2020 - Festa di Roma

La bambina ha smesso di parlare. Si chiama Nancy, o forse Fortuna. Vive con la madre in un casermone della periferia del napoletano che è un non-luogo metafisico alienato e alienante, pieno di corridoi lungo i quali ci si perde, e dei quali non si vede la fine. La bambina frequenta una psicologa che cerca di capire perché non parli più. Sopra il casermone c'è un terrazzo dove si fanno feste rionali e dove i piccoli condomini giocano: fra questi Anna e Nicola, una bimba fantasiosa e un bambino bullizzato dai ragazzini più grandi. Tutti hanno segreti troppo giganti per essere raccontati. E tutti hanno paura del lupo.


Al suo esordio nella regia di un lungometraggio di finzione Nicolangelo Gelormini, già assistente di Paolo Sorrentino e regista di corti e video musicali, crea una fiaba nera non troppo lontana da quella immaginata dai fratelli D'Innocenzo in Favolacce (ma Fortuna è stato girato prima) e trasfigura eventi reali che verranno svelati solo alla fine.

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