Doppietta di premi: miglior regista e miglior attrice.
Nell'aria si respirava qualcosa di speciale. Come se la proiezione de Il vizio della speranza avesse lasciato il segno presso gli astanti al Tokyo International Film Festival. Nella mattinata di un ponte tutto italiano arriva la conferma: dopo il premio del pubblico alla Festa del Cinema di Roma, il film di Edoardo De Angelis fa en plein a Tokyo. Questa volta con una giuria - presieduta dal regista filippino Brillante Mendoza e composta dal produttore Bryan Burk, l'attrice Taraneh Alidoosti, il regista Stanley Kwan e l'attrice Kaho Minami - che conferisce a De Angelis il premio per la migliore regia e a Pina Turco, la protagonista del film, quello per la migliore attrice.
Un film che è anche un messaggio universale e multietnico, che riguarda la natura umana nel suo complesso, benché osservata dalla periferia più disagiata del mondo, una Castel Volturno apocalittica, inondata dai rifiuti. Perché è proprio da qui, dove il divario del privilegio si fa più sentire, che si rafforza il richiamo dell'assoluto. È qui che si pongono questioni che accompagnano l'uomo fin dal giorno in cui ha acquisito consapevolezza del proprio destino. Concetti che De Angelis, da Tokyo, ci riassume in poche parole di ringraziamento:
In videoconferenza da Londra, visibilmente emozionata Pina Turco, che ringrazia la giuria e il regista, nonché marito, Edoardo De Angelis. Le parole che ci ha rilasciato sembrano pronunciate da Maria, il personaggio a cui la Turco ha dato vita: