Un'opera à l'ancienne diretta senza tabù e con audacia e finezza hitchcockiane. Recensione di Marzia Gandolfi, legge Francesco Buttironi.
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Kurt Barnert, sopravvissuto al bombardamento di Dresda e cresciuto nel blocco dell'Est, ha un talento per il disegno e apprende gli studi classici imposti dal realismo socialista. Ma l'incontro con Ellie, figlia del ginecologo nazista che aveva condannato sua zia, e il passaggio all'Ovest, cambieranno il suo destino artistico e faranno riemergere il rimosso.
Il film di Von Donnersmarck pratica simultaneamente due registri, realismo e astrazione, affermando il posto della pittura nell'arte contemporanea. Arriva però forse troppo tardi al cuore del suo proposito, deragliando il film e il suo potenziale nel melodramma iperbolico.
In occasione dell'uscita al cinema di Opera senza autore (guarda la video recensione), in sala dal 4 ottobre, Francesco Buttironi interpreta la recensione di Marzia Gandolfi.