In uscita nel 2017, Okja è uno dei titoli di punta della nuova strategia di Netflix.
Nelle liste di molti critici figura già come uno dei dieci registi al mondo di cui ogni mossa è da tenere d'occhio. Bong Joon-ho ormai è molto più di un figliol prodigo della hallyu sudcoreana, è un autore a tutti gli effetti, capace di spaziare dal mélo tragico di Mother al monster movie di The Host, fino a uscire vincente dal confronto con Hollywood, grazie al distopico Snowpiercer (2014).
Il sodalizio tra i due è destinato a ripetersi a breve, visto che Bong è al lavoro sulla sua nuova opera Okja, che vede ancora la Swinton nel cast, insieme a Jake Gyllenhaal (Donnie Darko) e Paul Dano (Youth - La giovinezza).
Il genere è ancora una volta quello fantascientifico con risvolto sociale. Okja è infatti il nome di un gigantesco animale, nel mirino di una multinazionale priva di scrupoli che cerca di rapirlo: ma Okja è anche il migliore amico della giovane Mija (Ahn Seo-hyun), che farà di tutto per salvarlo. "Con Okja" - dice Bong - "voglio mostrare la bellezza che può esistere tra uomo e animale, senza tralasciare la componente di orrore che può esistere tra loro".
Il film - coprodotto da Brad Pitt e scritto da Bong insieme a Jon Ronson (Frank) - nel 2017 uscirà contemporaneamente su Netflix, in alcune sale di qualità statunitensi e in alcuni altri territori internazionali, inclusa la Corea. Il titolo è uno dei nomi di punta della nuova strategia di Netflix, che intende rafforzare gli investimenti sul piano dello sviluppo e dell'acquisizione di contenuti originali. Considerato lo hype che si muove attorno a Bong Joon-ho sembra trattarsi di un ottimo investimento.