LAST BREATH, UN BUON PRODOTTO MEDIO, CON POCA PERSONALITÀ MA BEN CONDOTTO E INTERPRETATO

Un racconto di lealtà e sacrificio, tratto da una storia vera del 2012. Con Woody Harrelson. Al cinema.

Andrea Fornasiero, giovedì 4 settembre 2025 - Recensioni

Chris Lemons, Duncan Allcock e David Yuasa sono un team di sommozzatori in saturazione, una tecnica che, attraverso la diffusione di gas, consente di mantenere la pressione costante nella tuta subacquea e di minimizzare i rischi legati alla decompressione. Anche così, il loro è uno dei lavori più pericolosi del mondo, perché devono immergersi fino a grandi profondità per la manutenzione delle tubature oceaniche.

Durante una tempesta, Chris ha un incidente e la sfortuna si abbatte sul team, perché anche la nave ha un problema tecnico e a motori spenti si trova in balia delle onde, allontanandosi dai sommozzatori. Chris, che è rimasto bloccato, viene così lasciato indietro, inoltre la nave non può nemmeno tornare ad avvicinarsi a lui, se non rischiando una pericolosa procedura di guida manuale. Senza ossigeno, quanto a lungo potrà sopravvivere?

Tratto da una storia vera del 2012, già raccontata dallo stesso regista Alex Parkinson in un documentario omonimo del 2019, Last Breath è una storia di lealtà e sacrificio, con una forte componente tensiva. Il film è un buon prodotto medio, risaputo ma ben condotto e interpretato, forte di una situazione tesa e di una conduzione assolutamente dignitosa.

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