La cucina smette di essere il centro drammatico della narrazione e diventa ora un luogo che accoglie, che accompagna. In attesa degli ultimi episodi. Su Disney+. SCOPRI LA SERIE »
All'interno di un ristorante che vive l'ennesima fase critica, un conto alla rovescia impone alla squadra 60 giorni per trovare una soluzione prima della chiusura definitiva. The Bear riparte da qui, tra tensioni finanziarie e scelte individuali. Carmy affronta le conseguenze di una recensione impietosa, domandandosi se la direzione che ha imposto al locale coincida ancora con ciò in cui crede. Intorno a lui, ognuno cerca un nuovo assetto: Sydney valuta una proposta esterna, Richie è costretto a rielaborare il proprio ruolo, mentre vecchie ferite e legami familiari riaffiorano in modi inattesi.
Dimenticate l'urgenza nervosa dei precedenti atti: la quarta stagione di The Bear non alza più la voce, ma abbassa il tono. I movimenti si fanno più lenti, i dialoghi più esitanti, definendo un racconto che si sottrae all'enfasi e che preferisce, così, accompagnare i suoi personaggi nei tentativi di ricomposizione, più che nelle crisi. La serie sceglie deliberatamente la sottrazione, e questa postura meditativa ne ridisegna l'identità, non più con lo scopo di dimostrare qualcosa, ma di capire se vale ancora la pena restare.