RITRATTO DI UN CERTO ORIENTE, UN FILM ELEGANTE E SENZA TEMPO CHE DISEGNA LA PARABOLA DEI TRE PROTAGONISTI

Marcelo Gomes firma un lungo viaggio d’epoca dal Libano verso il Brasile, intriso di malinconia e furore. In anteprima all'IFFR.

Tommaso Tocci, lunedì 29 gennaio 2024 - Festival

Ottava regia per il cineasta brasiliano Marcelo Gomes, che adatta il romanzo “Ricordi di un certo oriente" di Milton Hatoum facendone uno studio sulla gelosia, l’attrazione e le sottili dinamiche di controllo familiari e di genere. Il tutto in una forma estetica elegante e senza tempo, di un bianco e nero particolarmente evocativo, che attorno al delicato equilibrio del triangolo di protagonisti ben dipinge anche una classica parabola di migrazione e adattamento culturale.

Per quanto il focus sia sempre a stretta distanza dai tre personaggi principali, dei quali Gomes osserva con granulare sensibilità il velenoso groviglio di attrazione e devozione, il contesto più ampio non si fa mai semplice sfondo Ritratto di un certo oriente mette in chiaro che il passato e la memoria continuano a guidare le nostre azioni anche quando ci illudiamo di poter fuggire a continenti di distanza.

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