Il film di Virginia Eleuteri Serpieri è stato presentato Fuori Concorso a Venezia 80.
"Chiudete gli occhi e pensate a Roma. Cosa vedete? Un monumento? Una strada? Una piazza? Ci sono le persone? Io quando penso a Roma vedo mia madre". Sono tra le prime parole della voce fuori campo che accompagna lo spettatore attraverso Amor. A parlare in prima persona è la regista, Virginia Eleuteri Serpieri, classe 1974, romana, diplomata in tecnica del suono al Centro Sperimentale di Cinematografia. Era una sera di luglio del 1998 quando sua madre Teresa uscì di casa per l'ultima volta. Il suo corpo venne poco dopo ritrovato nel Tevere.
Venticinque anni dopo, la regista torna ai motivi di quell'atto e al loro rapporto. Per raccontarli in linguaggio cinematografico, non percorre la strada già battuta del video diario cronologico, ma reinventa un (doppio) mondo a partire dalla metafora della relazione, identica e speculare, rivelata progressivamente, tra il fiume e la città.
In un incedere a strappi, e lungo un arco temporale molto esteso, il film si fa quindi discesa vertiginosa tra le acque del Tevere, i suoi miti fondativi, i cittadini che lo hanno frequentato e ancora lo abitano, le architetture di palazzi che sono navi, i precedenti storici di alluvioni, le vie d'acqua d'ingresso alla città. E ovviamente, il catalogo sterminato, quasi debordante, di monumenti, sculture, fontane, reperti artistici che la capitale generosamente offre agli occhi di tutti.