Un ritmo, a tratti, lento rischia di attenuare il coinvolgimento emotivo, ma la solidità dell'operazione è garantita dalle intense interpretazioni dei due protagonisti. Su Sky e NOW.
A partire dagli anni Trenta Kim Philby lavora come agente segreto per il SIS (Secret Intelligence Service) ovvero il servizio di spionaggio del Regno Unito, anche noto come MI6. Nel 1963 si scopre che in realtà ha sempre fatto il doppio gioco per i sovietici, e il suo più caro amico e collega Nicholas Elliott viene inviato da lui a Beirut per ottenere una confessione e riportarlo in Inghilterra. Dopo l'incontro, Philby riesce però a scappare a Mosca, ed Elliott è sospettato di averne agevolato la fuga.
Saltando avanti e indietro nel tempo, la serie ripercorre la storia delle due spie britanniche, concentrandosi sulla dimensione umana e psicologica, esaltata dalle performance dei due attori protagonisti.
Il ritmo lento della narrazione, che si dipana attraverso continui flashback e ambientazioni claustrofobiche, rischia talvolta di attenuare il coinvolgimento emotivo, ma la solidità dell'operazione è garantita dalle intense interpretazioni dei due protagonisti: Damian Lewis e Guy Pearce. Nel conflitto vissuto dai due tra umanità e ideologia, si rivela in fondo il dramma del Novecento.