HUNT, UNO SPY-THRILLER SOVRACCARICATO DA INUTILI COLPI DI SCENA

Il debutto alla regia di Lee Jung-jae, il popolare protagonista di Squid Game, gioca la carta dell'eccesso parossistico. Presentato Fuori Concorso al Festival di Cannes.

Emanuele Sacchi, venerdì 20 maggio 2022 - Cannes Film Festival

Corea del Sud, 1983. Il capo della sicurezza Pyong Pyon-ho e quello dei servizi segreti Kim Jong-do ingaggiano un duello a distanza senza esclusione di colpi: dapprima per dare la caccia a Donglim, una possibile talpa nordcoreana annidata tra le file del Sud, quindi per dimostrare che dietro la talpa si nasconde proprio il rispettivo e acerrimo rivale. Il viaggio del dittatore Chun a Bangkok, in cui si ritiene possa avvenire un attentato, rappresenta un'ottima occasione per svelare l'identità di Donglim.

Il debutto alla regia Lee Jung-jae - popolare attore, noto in tutto il mondo per il suo ruolo in Squid Game - gioca la carta dell'eccesso parossistico. In un continuo rimbalzo tra passato e presente, costellato di flashback, si dipana una matassa molto difficile da seguire senza smarrire dei dettagli fondamentali.

Nonostante i limiti di sceneggiatura, Lee si conferma un ottimo attore, in grado di mantenere uno stile misurato e un volto enigmatico in un ruolo ambiguo e tutt'altro che semplice. Il passaggio da un lato all'altro della macchina da presa, tuttavia, sa di idea rimasta solo sulla carta, almeno per ora.

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