Dopo Saverio Costanzo e Alice Rohrwacher la cinepresa passa a Daniele Luchetti, e le differenze sono numerose. Disponibile su RaiPlay.
Con Storia di chi fugge e di chi resta la saga de L’amica geniale si concretizza in una terza stagione che vede un cambio di regia: dopo Saverio Costanzo e Alice Rohrwacher la cinepresa passa a Daniele Luchetti, e le differenze sono numerose.
C’è una movimentazione fluida delle immagini, una rappresentazione ritmata dei conflitti, una palette di colori primari che non ha paura di osare toni decisi, un intercalare delle immagini di repertorio a correlare la storia di Lila e Lenù con la Storia del nostro Paese. Ma la storia diventa lenta e statica, soprattutto quando la protagonista è Elena, anche a causa della limitata espressività di attrice della giovanissima Margherita Mazzucco, che ha il viso giusto per il ruolo ma una capacità recitativa ancora poco sviluppata.
Manca, in questa terza stagione, quella componente delirante che è la forza dei romanzi di Elena Ferrante e che sia Costanzo (in scene come quella dei fuochi d’artificio durante il Capodanno sul terrazzo) sia Alice Rohrwacher nel bellissimo excursus al mare e nella scena dell’innamoramento di Lila e Nino, avevano saputo restituire agli spettatori. Qui invece il registro è allo stesso tempo più uniforme e più monotono, i guizzi narrativi nascono occasionalmente dai momenti di conflitto fra i personaggi, nonché dal montaggio agile, ma non c’è quella “febbre” che era invece fondamentale nello stile narrativo di Elena Ferrante.