Il regista, giurato al festival, ha finalmente il giusto palcoscenico per uscire dai margini del cinema asiatico e mondiale.
Tra i membri della giuria di questa quarta edizione di IFFAM - International Film Festival and Awards c'è un regista che non ha ancora goduto della luce dei riflettori occidentali, ma che sta costruendo una coraggiosa carriera di cineasta capace di mescolare impegno civile e uno sguardo cinematografico originale. Di origini cinesi, nato in Myanmar nel 1982, Midi Z è un apolide per natura: fin dall'adolescenza vive infatti nella Taiwan del Kuomingtang e il suo cinema si interroga sulle contraddizioni interne e i contrasti, specie socio-economici, che caratterizzano questi Paesi.
Return to Burma (2011), subito selezionato al festival di Rotterdam, è un ritratto meditativo e dolente di un paese povero, indecifrabile, strenuamente vivo. In seguito Midi Z si è dimostrato attivissimo, grazie a co-produzioni tra Taiwan, Myanmar e paesi europei. Ha presentato al festival di Berlino i successivi Poor Folk (2012) e Ice Poison (2014), ha diretto il documentario City of Jade (2015) e una manciata di cortometraggi. City of Jade in particolare permette di osservare dall'interno, e senza alcun tipo di edulcorazione, la condizione di sofferenza in cui vivono i lavoratori di una miniera: la disperazione della loro esistenza spesso sfocia in depressione, tossicodipendenza o suicidio, finendo per chiudere un cerchio tragico da cui non ci sono vie di uscita. Tutti elementi che Midi Z porterà dal cinema documentario a quello di finizione in The Road to Mandalay (2016), il suo lavoro sin qui più acclamato, selezionato nelle Giornate degli Autori della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia. Un racconto tragico che prende spunto da un fatto di cronaca su lavoratori birmani immigrati in Thailandia. La tangibile vicinanza dello sguardo del regista agli sfortunati protagonisti di The Road to Mandalay è tale da trasformare un fatto di cronaca in un racconto per immagini, calato in una Bangkok più che mai spietata e alienante. Midi Z dispone finalmente di un budget superiore rispetto al passato e si affida al montaggio di Matthew Laclau, collaboratore fidato di Jia Zhang-ke. Le lussureggianti foreste al confine tra Myanmar e Thailandia contrastano violentemente con la cementificazione di aspirazioni e sentimenti di Bangkok, il disagio urbano di Tsai Ming-liang incontra un simbolismo magico, che sfocia in un epilogo sospeso tra realtà e allucinazione. Un loop autolesionistico di disperazione, che ruota attorno a una doppia implicazione: le droghe diventano necessarie per sostenere ritmi di lavoro inumani almeno quanto questi ultimi lo sono per permettersi le droghe. Un quadro disumano che schiaccia e priva di speranze anche l'amore: il mélo resta in sottofondo, un ronzio appena udibile sotto le lamine di metallo della fabbrica, incapace di sopravvivere al processo di de-umanizzazione in corso.
Infine Nina Wu del 2019 rappresenta una svolta per il regista: dall'ambientazione ricorrente dei suoi primi lavori, Midi Z passa a un altro milieu e a un altro genere di sfruttamento, quello del mondo del cinema, in cui trasferisce molti degli elementi psicologici dei lavori precedenti. Nina Wu, selezionato per Un certain regard a Cannes, racconta il percorso drammatico di una ragazza della provincia che sogna di diventare attrice: farà di tutto per arrivare fino alle luci della ribalta, ma il prezzo da pagare sarà troppo alto per la sua capacità piscologica di sostenerlo. Dai più viene vista come un racconto dell'era #MeToo, con tanto di riferimenti a film prodotti da Harvey Weinstein, ma è prima di tutto la storia di una donna obbligata a ogni genere di umiliazione e sacrificio per ottenere un lavoro, in fondo né più né meno ciò che avviene ai minatori e operai dei lavori precedenti. Lo sfruttamento di anima e corpo è ovunque ci sia l'uomo, purtroppo. Questo sembra dirci il realismo sociale intriso di lirismo del cinema di Midi Z, un autore rimasto fin troppo a lungo fra le note a margine del cinema asiatico e mondiale.