Il festival fiorentino dedicato al Medio Oriente festeggia il traguardo con grandi ospiti e numerosi eventi. Dal 2 al 7 Aprile.
A Firenze torna il Middle East Now (2-7 Aprile) il festival che da dieci anni offre una vetrina sul cinema contemporaneo del Medio Oriente. Un ricco programma che vedrà sfilare 44 film, di cui 26 anteprime italiane, 10 anteprime internazionali e 1 anteprima mondiale. Una manifestazione che sempre di più cerca di spaziare tra i vari linguaggi della cultura, dedicando spazi collaterali alla missione cinematografica a musica, teatro, incontri, progetti sociali e cibo. Per festeggiare il decennale quest'anno è stato introdotto anche un tema: quello del remix.
Si riparte quindi da dove si è cominciato. Ospite della manifestazione, come dieci anni fa, sarà infatti il regista Asghar Farhadi, oggi premio Oscar. Verrà ripercorsa la sua carriera con le proiezioni dei suoi film più importanti (Fireworks Wednesday, About Elly, Una Separazione, Il Passato, Il Cliente) e con una masterclass aperta al pubblico sabato 6 Aprile. In occasione di questo focus dedicato al regista, il festival presenterà un ulteriore approfondimento sul cinema iraniano contemporaneo, con una selezione di opere realizzate da giovani registi come il duo Azadeh Moussavi - Kourosh Ataee con Finding Farideh e Payman Maadi con Bomb, a Love Story.
Ad aprire l'intera manifestazione sarà invece Aboozar Amini con Kabul, City in the Wind che lancerà l'amo per il film di chiusura, Tehran, City of Love di Ali Jaberansari, due opere che tratteggiano le difficoltà di una città tramite le storie personali dei propri protagonisti. Se le città del Medio Oriente saranno al centro della narrazione di alcuni film, in altri si potranno vedere invece le trasformazioni culturali tra uno Stato e l'altro. Questo è il caso di Heads and Tails, sorprende documentario sul commercio di capelli tra Turchia e Israele. In totale si toccherà la cinematografia di più di dieci paesi diversi, dall'Afghanistan al Libano, con autori rappresentativi di queste nazioni, come il maestro algerino Merzak Allouache presente con il suo ultimo lavoro Divine Wind, o con nuove scoperte che guardano il Medio Oriente mantenendo un approccio europeo come Jonas Bruun autore dell'intenso Humanity on Trial, documentario sulla vicenda incredibile del giovane attivista danese Salam che mentre è in Grecia per cercare di salvare rifugiati siriani viene arrestato con l'accusa di traffico di esseri umani. Tra le attività collaterali che si potranno seguire durante il festival una mostra fotografica della libanese Dalia Khamissy dal titolo "Until We Return", una mostra-installazione dedicata a una serie di cortometraggi a cura del reporter iracheno Feurat Alani e animati dal disegnatore Leonard Cohen, una cooking demonstration della chef Anissa Helou e una performance di teatro contemporaneo basato sulla storia della poetessa palestinese Dareen Tatour.