Dopo la morte di uno dei testimoni dello sposo, gli altri ereditano un bizzarro incarico: trasportare la sua bara attraverso l'outback australiano..
Dopo il successo di Tre uomini e una pecora (in originale A Few Best Men, a sua volta disponibile su Netflix) era inevitabile un sequel, così nonostante siano passati sei anni da quel film si riprende esattamente da dove la storia (riassunta in versione animata nei titoli di testa) si era conclusa. Tre uomini e una bara (in originale A Few Less Men), si apre con il neo sposo e i suoi testimoni di nozze che si accorgono che un loro amico è precipitato in un dirupo mentre insieme guardavano il panorama. Scendono a cercarlo ma non riescono a salvarlo e così da un matrimonio si trovano a passare direttamente a un funerale, per cui dovranno tornare in Inghilterra con il cadavere, dando il via a un'avventura on the road.
Ritornano i tre interpreti principali: Xavier Samuel nei panni del più ragionevole David, Chris Marshall in quelli del fattone arrapato Tom e Kevin Bishop in quelli del pasticcione Graham. Anche lo sceneggiatore Dean Craig è confermato e per lui essere alle prese con un cadavere e un funerale non è una novità, visto che aveva già firmato lo script di Funeral Party. Alla regia invece al posto di Stephan Elliott subentra Mark Lamprell, che firma un film molto diverso, costruito non sull'accumulo di situazioni in un solo contesto come la festa di matrimonio, bensì sul susseguirsi di incontri e incidenti durante un viaggio che prevede un aereo che precipita, un'ottantenne assatanata, un rave party e un cadavere in perenne erezione.
Lo humour è scatologico e irriverente, giocando con la presunta rozzezza degli australiani rispetto agli inglesi, inoltre non manca una variazione sul tema dal film precedente: il discorso pubblico di Graham, che questa volta è una devastante orazione funebre.