Il secondo capitolo inizia laddove termina il primo e unico romanzo di Margaret Atwood. Ma la serie è ormai in grado di camminare, liberamente, con le proprie gambe. Ora su TIMVISION.
Il tuo browser non supporta i video in HTML5.
In un futuro neanche troppo lontano, in un mondo in cui le donne sono state private di ogni diritto e trasformate in schiave addette (principalmente) alla riproduzione, ribellarsi al sistema è un atto eroico, indispensabile. Quasi sempre fatale.
Da oggi su TIMVISION con i primi due episodi (i restanti 11 ogni giovedì, a meno di 24 ore dalla messa in onda negli USA), la serie riprende esattamente dal punto in cui si era fermata: dopo essersi rifiutata di lapidare l'amica Janine, Difred (Elisabeth Moss), che tutti credono incinta del comandante Waterford (Joe Fiennes), è stata prelevata da casa e caricata su un furgone diretto in un luogo non ancora noto. Il primo episodio riparte dunque dal punto in cui si concludeva anche il primo e unico romanzo di Atwood. Ma bastano pochi minuti per capire che la serie è ormai in grado di camminare, liberamente, con le proprie gambe.
Non sorprende che a sceneggiare i nuovi episodi - due in più della stagione precedente) - oltre allo showrunner Bruce Miller ci sia anche la stessa Atwood, che avrebbe dichiarato di aver trascorso gli anni successivi alla pubblicazione del libro alla ricerca di un degno seguito al finale lasciato volontariamente in sospeso.
La nuova stagione porterà dunque gli spettatori sia nei paesi fuori da Gilead, il Canada con la sua resistenza e il Messico compiacente, sia sulle terribili colonie contaminate, appena menzionate nel romanzo: luoghi decisamente inospitali dove le donne non fertili che si oppongono al sistema vengono spedite ai lavori forzati. Altra novità sarà l'introduzione del tema del razzismo all'interno della società bianca e patriarcale di Gilead, del tutto assente nel romanzo: "I fan hanno discusso a lungo la serie su internet e molte delle loro conversazioni sono finite nella stanza degli sceneggiatori - ha ammesso Miller -. Ci siamo serviti di alcuni dei loro suggerimenti, e i più interessanti riguardavano proprio il tema del razzismo".
Oltre al ritorno della protagonista Elisabeth Moss, nella seconda stagione di The Handmaid's Tale sarà presente in modo "consistente" anche la ribelle "violenta" Alexis Bledel-Diglen, il cui passato sarà raccontato ricorrendo ai flashback che punteggeranno anche la seconda stagione. Tre saranno le new entry: la star di Veep Clea DuValle, già vista con Moss in Ragazze Interrotte, avrà il ruolo della moglie di Bledel, l'Oscar Marisa Tomei apparirà in un cameo all'interno del secondo episodio, mentre a Cherry Jones toccherà il ruolo "fondamentale", secondo gli autori, della madre di Difred.
Più spazio sarà dato alla quotidianità della famiglia Waterford, all'esplorazione del passato della dispotica zia Lydia (Ann Dowd: il suo ingresso a effetto è uno dei momenti migliori del primo episodio della seconda stagione) e al rapporto fra le "zie" e le Marta, lasciate "volontariamente nell'ombra" nella prima stagione e pronte nella seconda a diventare "parte integrante della lotta". Certo il ritorno di Luke (O.T.Fagbenle), che dovrà gestire la gravidanza della moglie e i suoi sentimenti nei confronti del padre del bambino, come quello della sfortunata migliore amica di June, Moira (Samira Wiley), e di Janine (Madeline Brewer), incredibilmente sopravvissuta alle più atroci punizioni.
E certa sarebbe anche la morte di una delle ancelle: "Ci sarà un funerale nella seconda stagione - ha anticipato Miller - si tratta di una scena bellissima ambientata in un luogo atroce. Un contrasto che vorrei poter definire felice".