ANTOLOGIA DELLO SPORT ITALIANO. PRIMA DI JANNIK SINNER

L’Italia, rispetto ai paesi giganti del pianeta, ha ottenuto dei risultati fuori proporzione. Ecco chi ha segnato la nostra storia dello sport e del costume. 

Pino Farinotti, giovedì 17 luglio 2025 - Focus

Nell’editoriale su Sinner ho ricordato altri due eroi dello sport italiano: “un altro ragazzo che ci ha tenuti con gli occhi sul piccolo schermo, Valentino Rossi, vincitore di nove titoli mondiali in quattro classi differenti. Anche lui fenomeno, anche lui numero uno. Quando Marcel Jacobs ai Giochi olimpici di Tokyo nel 2021 vinse l’oro nei cento metri, gara regina da sempre nei Giochi, scrissi che quella vittoria era la più importante nella storia dello sport italiano. Lo penso ancora, ma Sinner a Wimbledon ci è andato molto vicino. È doveroso ricordare gli ori della 4x100 e il salto di Tamberi nell’incredibile trionfo della nostra atletica a Tokyo.

Ho pensato di estendere il racconto ad altri momenti che hanno segnato la nostra storia dello sport e del costume. Con una premessa: l’Italia, rispetto ai paesi giganti del pianeta, ha ottenuto dei risultati fuori proporzione. Lo spiego con una parola, grazie all’”italianità”. Parto evocando le quattro vittorie, seconde sono al Brasile, dei mondiali per nazioni.

Ecco alcune istantanee: l’urlo di Tardelli ai mondiali del 1982, Fabio Grosso che segna il rigore decisivo a quelli del 2006. Tutti grandi “film”. E grandi emozioni.
Ma, come si dice, riavvolgo il nastro. Nel 1934, anno della seconda edizione della coppa del mondo –vinta quattro anni prima dall’ Uruguay- il torneo si disputò in Italia. La nazionale vinse la finale a Roma battendo la Cecoslovacchia. Il leader di quella squadra era Peppino Meazza, che condusse l’Italia, quattro anni dopo, alla vittoria in Francia. Meazza era stato convocato dal Duce che gli “ordinato” di vincere a Parigi: “Devi farlo, sarò presente con tutti i capi di stato d’Europa”. L’Italia superò l’Ungheria, per la gloria della nazione, di Mussolini, e di Meazza. Il fuoriclasse milanese era il calciatore più forte e popolare del mondo. Poi avrebbe avuto degli eredi come Pelé, Maradona, Messi.  

Dal calcio al ciclismo. Arriva Coppi, che vince il suo primo Giro nel ’40, a vent’anni. Ma non ha il tempo per godersi la vittoria. È arrivato a Milano il 9 giugno, il giorno dopo entriamo in guerra. Fausto è fatto prigioniero in Africa e dopo due anni in un campo in Tunisia, rientra avventurosamente e vince la Milano-Sanremo del 1946, la corsa che fu molto più di una corsa, perché riapriva l’Europa, oscurata dalla guerra – niente olimpiadi, campionati, giri e tour – e riuniva giovani di tutti i Paesi, che non si vedevano da sei anni. Da quella corsa nacque la leggenda di Coppi, che divenne il modello della rinascita del Paese e idolo assoluto degli italiani che si identificarono in lui. “Coppi” era il nome più scritto e pronunciato. Mio padre, ricordando un’operazione a un braccio, non diceva “era il 1953”, diceva “era l’anno che Coppi ha vinto il Giro sullo Stelvio.”

Atletica. Chi è “diversamente giovane” non può non ricordare la vittoria di Livio Berruti nei 200 metri ai giochi olimpici di Roma del 1960, davanti a due americani. La televisione era ancora giovane, ma aveva capito che lo sport, a quel livello, portava…audience. Pietro Mennea emulò Berruti ai Giochi di Mosca del 1980. Indimenticabile è la sua rimonta impossibile negli ultimi trenta metri della corsa. L’anno prima, a Città del Messico, Pietro aveva stabilito il primato del mondo della specialità col tempo di 19”72, che ha resistito fino al 2018.

Pugilato. Nino Benvenuti, anche lui ai Giochi di Roma, divenne campione olimpico dei pesi welter. Ma la data della leggenda è la notte il 17 aprile del 1967, quando l’Italia non andò a dormire e ascoltò la radiocronaca di Paolo Valenti dal Madison Square Garden di New York quando battendo Emile Griffith Nino divenne campione del mondo dei medi.

Motociclismo. Giacomo Agostini, con la Yamaha, ha vinto 122 Gran Premi (7 più di Valentino) e 15 titoli mondiali (6 più di Valentino.). Tutto questo naturalmente nulla toglie al mito di Valentino Rossi.  Fra il 1963 e il 1977 Agostini ha dominato il mondo. È primatista assoluto di titoli. Fantastico eroe dello sport italiano. 

Sci. Alberto Tomba, le vittorie: 3 ori olimpici, slalom gigante, slalom speciale a Calgary nel 1988 e oro in gigante ad Albertville. 2 ori ai mondiali di Sierra Nevada, in gigante e slalom nel 1996. Vincitore di 4 coppe del mondo in gigante e di altrettante in slalom. Vincitore della Coppa assoluta nel 1995. Le vittorie sono state 50. Ma le vittorie sono solo una parte del mito di Tomba. Nei suoi anni divenne personaggio mediatico campione assoluto. Durante le sue discese la nazione si fermava. Le trasmissioni televisive venivano interrotte per assistere alla vittoria, immancabile, del fenomeno Alberto. Neppure il festival di Sanremo veniva risparmiato.

Pongo fine a questa antologia d’oro del nostro sport. Senza nostalgia, ed è importante, perché adesso quel testimone dorato, con Jannick Sinner, è in buone mani.

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