TURN IN THE WOUND, ABEL FERRARA UNISCE LA GUERRA IN UCRAINA E L'ARTE DI PATTI SMITH

Il cineasta trova sprazzi di brutale verità in un documentario atipico girato nelle zone di guerra. Nella sezione Berlinale Special.

Tommaso Tocci, venerdì 16 febbraio 2024 - Berlinale

Subito dopo l’invasione russa nei territori ucraini del febbraio 2022, Abel Ferrara raduna la sua troupe più fidata per recarsi nelle zone attorno al fronte e intervistare soldati e persone comuni che raccontano il loro primo contatto con le forze russe. A questi materiali, Ferrara aggiunge pezzi di diario visivo girati in compagnia della cantante Patti Smith, tra l’Italia e la Francia, lasciando che siano le sue declamazioni di versi, poesie e canzoni a fare da controcanto agli orrori della guerra.

Nonostante ci sia nel film una parte di intervista più classica al presidente Zelensky, il resto è un gioco di specchi puramente istintivo che filma il filmato, si distrae, cambia direzione, sfoggia i suoi lati più ruvidi e all’apparenza incompleti come un marchio di fabbrica.

La decisione artistica più problematica è quella di unire due anime molto diverse dell’opera e affiancare uno studio di Patti Smith alle sequenze di pura urgenza di cronaca che includono registrazioni di aperto combattimento. Una scelta che parla dell’arte come mezzo supremo di decodifica e di conforto del reale.

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